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M.O.: al Cairo negoziati su Gaza, Hamas respinge tregua breve

Iraq Gaza

Foto di Florin Palamarciuc su Unsplash

Cairo, 1 nov. – Delegazioni del movimento islamico palestinese Hamas e del Fatah, il principale partito al governo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), si trovano al Cairo per prendere parte ai negoziati per una tregua a Gaza e analizzare gli emendamenti israeliani. Nella capitale egiziana è attesa anche una delegazione del Mossad israeliano e dello Shin Bet per discutere con i mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti.

Fonti diplomatiche vicine al ‘dossier’ indicano che sia Il Cairo che Doha stanno cercando di superare le “nuove sfide” poste dalle proposte discusse nei giorni scorsi in Qatar e in Egitto, incentrate su “una tregua breve” che servirebbe a “generare fiducia per raggiungere un accordo integrato”. Tuttavia, diversi “ostacoli” sono emersi in questa proposta, che indica una tregua a Gaza indipendente dalla situazione in Libano, cosa che né Hezbollah né Hamas sembrano disposti ad accettare, chiedendo in cambio un piano globale di cessate il fuoco.

Un’altra sfida, secondo fonti egiziane, è il rifiuto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al cessate il fuoco e al ritiro completo dalla Striscia di Gaza, in particolare dagli assi di Netzarim, Filadelfia e del valico di Rafah – principali arterie di comunicazione dell’enclave – una richiesta avanzata sia da Hamas che dell’Egitto.
Inoltre, Israele sembra chiedere, secondo fonti egiziane, una modifica della proposta egiziana che consenta la prosecuzione della guerra fino al rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas, il che significa “impedire la continuazione del processo negoziale e il mancato raggiungimento di un accordo.

Per quanto riguarda la linea di Hamas, un suo funzionario ha confermato che il gruppo ha ricevuto una proposta dai mediatori Egitto e Qatar per una tregua a breve termine a Gaza e l’ha respinta perché non includeva un cessate il fuoco duraturo. “Le proposte non includono una cessazione permanente dell’aggressione, né comportano il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza o il ritorno degli sfollati”, ha detto il funzionario, membro dell’ufficio politico di Hamas, a condizione di anonimato in quanto non era autorizzato a parlare pubblicamente della questione.

Un leader di alto rango di Hamas, Taher al-Nunu, ha già avvertito ieri che il gruppo avrebbe respinto qualsiasi proposta di sospensione temporanea dei combattimenti. Ma al-Nunu aveva detto che il gruppo non aveva ricevuto alcuna proposta formale al momento. Il funzionario di Hamas che ha parlato oggi ha invece riferito che la proposta di cessate il fuoco temporaneo include anche un aumento del numero di camion di aiuti e uno scambio parziale di prigionieri. Ha aggiunto che il gruppo aveva risposto ribadendo la sua posizione che “ciò che il popolo palestinese vuole è un cessate il fuoco completo, esaustivo e duraturo”.

In passato Hamas aveva già fatto sapere all’Egitto di essere disposto a stipulare una serie di “tregue brevi”, a condizione che “Washington fornisca garanzie americane al movimento, che Israele si ritiri dall’asse Filadelfia, Netzarim e Rafah dopo una prima tregua che non supererà i 28 giorni”.

Fonti egiziane hanno precisato di essere d’accordo – assieme al Qatar – con la valutazione americana della situazione a Gaza dopo la morte del suo leader, Yahya Sinwar, poiché con ciò “Israele ha raggiunto gran parte dei suoi obiettivi a Gaza, permettendogli di arrivare seriamente al cessate il fuoco”. (AGI)

(AGI)

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