Durante la pandemia di Covid-19, la perdita di giorni di scuola ha esposto bambine, bambini e adolescenti al rischio di sfruttamento del lavoro minorile, matrimoni precoci e gravidanze. Oltre 10 milioni di minori rischiano di non poter tornare a scuola e di aggiungersi ai 258 milioni che già non avevano accesso all’istruzione prima della diffusione del virus. Ma aumenta anche il rischio di matrimoni precoci (+2,5 milioni nei prossimi 5 anni) e gravidanze (+1 milione nel 2020) per bambine e ragazze. A lanciare l’allarme è Save the Children, alla vigilia della Giornata mondiale contro il lavoro minorile che ricorre il 12 giugno.
La più grande emergenza educativa dei nostri tempi
Per affrontare la più grande emergenza educativa dei nostri tempi, Save the Children chiede ai leader del G7 e agli altri governi di impegnare 5 miliardi di dollari per la Global Partnership for Education per i prossimi cinque anni e di lavorare tempestivamente per una copertura vaccinale globale contro il Covid-19; chiede inoltre ai governi nazionali – aggiunge il Sir – di aumentare il budget per l’istruzione. I ministri dell’istruzione devono definire delle roadmap chiare affinché tutti i bambini rientrino a scuola in sicurezza quando sarà il momento e migliorino la propria istruzione.
Finanziare anche i vaccini
“Soprattutto nei Paesi a basso reddito, dove i giorni di scuola sono molto meno e dove c’è meno accesso all’apprendimento a distanza – spiega Inger Ashing, ceo di Save the Children International –, è fondamentale che i bambini tornino a scuola non appena possibile. I Paesi in cui, in proporzione, i bambini hanno perso più giorni di scuola sono quelli in cui i tassi di vaccinazione contro il Covid-19 sono generalmente bassi. Spetta ora ai leader del G7, i maggiori donatori al mondo, impegnarsi concretamente per trasformare in realtà gli obiettivi sottoscritti nella Dichiarazione del G7 sull’istruzione femminile e impegnarsi per la Global Partnership for Education. Inoltre, i Paesi più ricchi devono finanziare e condividere tempestivamente i vaccini e fare tutto il possibile per garantire un accesso equo ai vaccini ai Paesi più poveri”.