Un sistema di corruzione consolidato quello scoperto nell’operazione della Squadra mobile di Messina per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni. L’operazione denominata “Ottavo cerchio” – dal nome della bolgia infernale dantesca dei fraudolenti e dei ladri – ha portato all’esecuzione di undici misure cautelari, tre in carcere e otto ai domiciliari, siglate dal gip Maria Militello su richiesta della Procura retta da Maurizio De Lucia.
Ottavo cerchio
Al centro della vicenda alcuni lavori pubblici a Messina e Mazara del Vallo, oltre ad alcune gare in complessi condominiali gestiti da A.Ri.sMe., l’Agenzia per il risanamento di Messina. Nello specifico, ricostruisce il Giornale di Sicilia, al centro del consolidato sistema di corruzione consolidato, c’erano due noti esponenti della criminalità organizzata di Messina, ovvero Antonino Bonaffini detto “Ninetta” e Marcello Tavilla. Quest’ultimo si presentava come “architetto”. Indagato anche un noto imprenditore edile, Giuseppe Micali. Poi un corollario di funzionari pubblici e amministratori di condominio, che avrebbero incassato “mazzette” e altre utilità, perfino un’auto d’epoca, in cambio dei loro servigi. Sono coinvolti anche un ingegnere del Comune e un funzionario del Genio Civile, entrambi in servizio a Messina. Sono quattordici complessivamente gli indagati. La tipologia dei reati contestati va dalla corruzione al trasferimento fraudolento di valori, passando per l’accesso abusivo al sistema informatico. Previsto anche il sequestro di beni e utilità economiche di una società commerciale messinese.