Un grido d’allarme sale dalle fila di Confsal ed F.N.A.: “è cambiato il governo, ma non l’attenzione verso il mondo degli operai agricoli. Nonostante le continue richieste di intervento, nessun sostegno è stato previsto nell’ultimo Decreto”. Lo affermano i sindacati in una nota.
Un grido di abbandono arriva infatti da quei braccianti tanto osannati durante la prima fase della pandemia, reputati solo allora indispensabili per garantire il sostentamento dell’intera popolazione.
Da maggio dell’anno scorso, «molti lavoratori agricoli, pur non lavorando, sono rimasti esclusi da ogni forma di ammortizzatore sociale» – dichiarano congiuntamente il Segretario generale Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, ed il Segretario FNA Confsal, Cosimo Nesci – «chiediamo da mesi di includere gli operai tra i beneficiari dei bonus Inps e, soprattutto, di consentire di percepire la disoccupazione agricola a chi ha subito i danni del Covid».
Per evitare ulteriori rischi di contagio, nel momento in cui tante regioni si trovano ancora in “zona rossa”, «chiediamo ai lavoratori di non scendere in piazza in questo frangente» – proseguono i due Segretari – «ma condividiamo le ragioni delle proteste indette da altre Organizzazioni Sindacali. Pretendiamo dall’inizio della pandemia il rispetto e l’ascolto di tutta la categoria, che sembra invisibile agli occhi della politica».
La Confsal e la FNA Confsal ribadiscono l’urgenza di ricalcolare le giornate di lavoro nel periodo di emergenza – prevedendo il cd. “trascinamento” delle giornate prestate nell’anno 2019 – con la riapertura dei termini per le domande di disoccupazione.
Il governo – concludono – non può più dimenticare che «gli operai agricoli sono il motore del Paese e, se si fermano loro, si blocca l’Italia intera».