Senza tutela: l’insicurezza di essere cristiana in Pakistan. Dopo il “verdetto islamico” l’attivista per i diritti umani Lala Robin Daniel ha amaramente commentato che “con questa sentenza nessuna ragazza cristiana è sicura in Pakistan“.
Essere cristiana
Continua, riferisce Acs, la campagna per la liberazione della 14enne cattolica pakistana Maira Shahbaz dal suo rapitore. La mobilitazione internazionale ha subito una drammatica battuta di arresto. E ciò per la decisione assunta dall’Alta Corte di Lahore. Il giudice, infatti, ha ribaltato quanto precedentemente disposto dall’autorità giudiziaria. Nel distretto di Faisalabad era stato ordinato l’allontanamento di Maira Shahbaz dall’abitazione del presunto responsabile dei reati, Mohamad Nakash. Affinché fosse condotta in un rifugio per donne in attesa di ulteriori indagini.
Vergogna senza fine
Tutto ciò nonostante le prove addotte dalla difesa della famiglia dell’adolescente ne attestino la minore età. E malgrado questo fatto sia sufficiente ad invalidare il presunto matrimonio. L’Alta Corte di Lahore ha incredibilmente deliberato a favore di Nakash. Perché, secondo il giudice, Maira si sarebbe convertita all’Islam. Il legale della ragazza, Khalil Tahir Sandhu, contattato da Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha ristabilito la verità. “Quella che abbiamo visto è una sentenza islamica“. E questo nonostante “le ragioni da noi sostenute fossero molto solide e convincenti“. Il legale intende ricorrere in appello contro la sentenza. Anzitutto innanzi alla medesima Alta Corte di Lahore. E in caso di esito negativo, di fronte alla Corte Suprema del Pakistan.