La Turchia sfida il mondo. Anche la chiesa di San Salvatore a Istanbul diventa moschea

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Turchia senza storia. Diventa moschea anche il monastero del San Salvatore, costruito nel 534, ed è quindi coevo di Santa Sofia. Le sue mura interne, i pilastri e le cupole sono interamente coperte da mosaici ed affreschi che sono datate attorno all’XI secolo. Uno dei più rari esempi dell’arte bizantina in fatto di mosaici e affreschi. Un punto di riferimento del patrimonio culturale mondiale, come lo ha definito lo storico turco Llber Ortalyi. Ormai in Turchia è in atto un’escalation nell’islamizzazione di luoghi di culto cristiani. Due giorni fa la mancata rimozione dei drappi imposti ai mosaici e agli affreschi di Santa Sofia, nonostante le promesse in senso contrario.
Santa Sofia, tornata moschea lo scorso 24 luglio, è il simbolo della nuova Turchia islamizzata

Turchia islamizzata

Ora l’annuncio che un’altra chiesa della Costantinopoli bizantina verrà restituita al culto islamico. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, riferisce l’Agi, non si ferma malgrado lo scarso ritorno in termini di consensi dopo la svolta decisa contro quelli che per decenni erano stati considerati musei dalla Turchia laica. E ha deciso un nuovo giro di vite per accontentare l’ala più estremista dei suoi sostenitori. Lo splendido museo Kariye Cami, conosciuto anche come monastero di Cristo Salvatore a Chora, seguirà lo stesso destino di Ayasofia.

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante il discorso al partito Ak, febbraio 2020 – Foto © Murat Kula per EPA

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La strategia della Turchia sui luoghi simbolo

La decisione di Erdogan è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale e riguarda il monumento principale di quello che è uno dei quartieri più popolari di Istanbul. Qui il senso di appartenenza alla religione islamica è più fortemente interconnesso con il nazionalismo ed il governo miete consensi ad ogni elezione. Così, sottolinea l’Agi, rafforza ulteriormente la sua presenza in questa zona dell’Istanbul profonda il Diyanet, cioè  il sempre più potente ufficio della Direzione degli Affari religiosi. Si occuperà direttamente dei lavori di ripristino. Adesso si teme che possano rimbalzare presto sulla rete immagini come quelle di tre giorni fa.

La Turchia e la distruzione della storia

Due operai che distruggevano a colpi di maglio un muro antico di almeno seicento anni all’interno della Torre di Pera. Edificio amato dalla gente comune e dai turisti. Ma colpevolmente eretto dai mercanti genovesi in quello che all’epoca non era un semplice quartiere della città, quanto la città a se stante abitata dai mercanti italiani.



Gianluca Franco: