In questo lungo periodo di quarantena specialisti e analisti concordano su un dato che è emerso in modo indiscutibile: la crescita esponenziale delle visualizzazioni di siti pornografici. L’immensa industria della pornografia è una delle poche che non ha risentito della crisi, anzi, ha registrato un netto incremento di clienti. Con ogni probabilità nuove persone ora, in tutto il mondo, sono tristemente assorbite da questa che può diventare, a tutti gli effetti, una dipendenza. Con questo termine, infatti, è giusto definire ciò che non è semplicemente un divertimento o un passatempo né tantomeno qualcosa di utile e necessario per l’individuo e la società.
La pornografia, diffusa ormai su così tanti media può considerarsi di fatto una sorta di violazione del diritto alla “privacy” del corpo umano, nella sua natura maschile o femminile, che riduce l’individuo a un oggetto anonimo su cui sfogare un tipo di sessualità sbagliata e deviante.
Secondo i dati di Internet Filter Review e Covenanteyes nel 2018 un solo sito pornografico avrebbe registrato quasi 34 miliardi di visitatori (92 milioni al giorno), con un aumento di 14 milioni rispetto al 2017. Sembra che il numero di questi siti si aggiri attorno ai 150 milioni, di cui almeno 5 milioni specializzati in pedopornografia. Ogni minuto il porno registra 63.000 visitatori, con un guadagno di almeno 5.000 dollari al secondo. In Italia il 61% degli utenti rientra nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, ma ben l’80% di loro si collega prima della maggiore età.
Come altre dipendenze la pornografia spinge la persona a cercare “produzioni” sempre più estreme e perverse, con la possibilità di favorire anche comportamenti antisociali. Anche il Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali nel 1989 a riguardo già si esprimeva in tali termini: “Compromette lo sviluppo morale della persona e relazioni sane e mature, specialmente nel matrimonio e nella vita familiare, dove la fiducia reciproca, la lealtà e l’integrità morale nei pensieri e nelle azioni sono di grande importanza. Nella misura in cui la sessualità viene considerata come frenetica ricerca di soddisfazione individuale piuttosto che come espressione di duraturo amore nel matrimonio, la pornografia appare come fattore capace di minare la vita familiare nella sua totalità”.
Papa Francesco ha lanciato l’allarme per il propagarsi della pornografia nel mondo digitale. “Il fenomeno – ha detto nel 2019 al congresso ‘Child dignity in the digital world’ – è ancora più drammatico per il fatto che tale materiale è largamente accessibile anche ai minori via internet e soprattutto tramite i dispositivi mobili. La maggior parte degli studi scientifici concorda nel mettere in luce le pesanti conseguenze che ne derivano sulla psiche e sui comportamenti dei minori. Sono conseguenze che dureranno per tutta la loro vita, con fenomeni di grave dipendenza, propensione a comportamenti violenti, relazioni emotive e sessuali profondamente turbate”. Diversi ricercatori mettono in luce un dato veramente preoccupante: l’età media dei bambini che accedono alla pornografia tramite Internet è di 11 anni; e quest’età è in diminuzione! Si denota, inoltre, che spesso le giovani generazioni sono troppo sole nell’affrontare aspetti così delicati della loro esistenza; e allora il “fai da te” dei siti porno rappresenta purtroppo, e in molti casi, la nefasta e principale fonte di scoperta di una sessualità già alterata e violenta.
In questo particolare periodo di pandemia dovuta al Covid-19 c’è da segnalare anche un altro aspetto particolarmente inquietante. Don Fortunato Di Noto, presidente dell’Associazione Meter – inoltrando 138 segnalazioni, denunciando 182 chat pedofile, con migliaia di utenti, e 19.809 video e foto – rivela che pedofili e pedopornografi non si fermano affatto, ma aumentano i loro adescamenti, la produzione e la divulgazione di materiale. A volte la tendenza, da parte di alcuni, è di banalizzare il fenomeno della pornografia, relativizzandolo o ridendoci su, magari facendo finta di non sapere quanto possa essere sottile quel confine che vede coinvolti anche i minori. Purtroppo i traumi e i condizionamenti dei minori spettatori del porno non vengono considerati ancora con quell’attenzione che certe istituzioni dovrebbero porre a loro tutela.
Ma non si può guardare con superficialità a queste problematiche, occorre che tutte le agenzie educative forniscano una risposta concreta coinvolgendo coloro che hanno responsabilità sociali. Per evitare che proliferi quello che anche il catechismo della Chiesa cattolica chiama “mondo irreale” rivolgendosi e alle autorità civili che “devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici”.
Significative le parole del Pontefice, che nella Messa del primo dell’anno, ha espresso l’importanza di riconoscere sempre la dignità di ogni essere umano: “Quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare. Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati!”.