“La teleassistenza è una grande opportunità”, afferma Branka Vujovic, direttore sanitario dell’Ifo Istituti Regina Elena e San Gallicano Irccs di Roma. Sistemi di teleconsulto e di telemedicina, linee telefoniche dedicate ai pazienti oncologici nonché il progetto di consegna a domicilio di farmaci oncologici e biosimilari. Merito della campagna di crowdfunding “La forza dei più fragili”, promossa dall’unità di crisi e dalla direzione strategica dell’Ifo e sostenuta dall’agenzia di stampa Dire.
Potenziamento
I progetti che beneficeranno dei fondi sono il potenziamento della
teleassistenza ma anche la distribuzione dei farmaci a domicilio
del paziente oncologico per evitare l’accesso in ospedale. “Abbiamo avviato, soprattutto nella fase 1 i consulti telefonici con i nostri specialisti per rispondere ai vari interrogativi posti dai pazienti– spiega a Dire Branka Vujovic-. Abbiamo capito che era importante far conoscere e sostenere l’attività espletata dall’unità di crisi ed è per questo che è nata l’idea della donazione. Si può donare attraverso un bonifico bancario o accedendo sulla piattaforma dedicata Gofundme. Partiamo dalla convinzione che l’organizzazione e lo sviluppo tecnologico sono gli elementi che aggiungono velocità alle risposte di cura che a volte non sono così rapide”. E aggiunge: “La teleassistenza è una grande opportunità. In realtà se ne parla già da tempo, anche prima del Covid. E’ chiaro che durante il lockdown, quando era difficile far colloquiare il medico di medicina generale o lo specialista con il paziente, vi sia stata una accelerazione in questo senso”.
Condivisione
“Vedersi, parlarsi e riprogrammare le attività sono azioni molto importanti in una logica di condivisione– puntualizza Branka Vujovic-.La telemedicina che è un cavallo di battaglia anche della Regione Lazio, ci vede parte integrante. Non si tratta di una improvvisazione ma è una regolamentazione delle tecnologie, dei processi di formazione in più per il paziente ha la valenza di una visita medica vera e propria solo che effettuata a distanza“. Inoltre “la fase 2 è caratterizzata da un sentimento condiviso di sentirci più liberi e sicuri: tante cose sono state dette negli ultimi dibattiti pubblici ma quel che è certo è che il virus c’è ancora”. Da qui l’appello a “non mollare e non abbassare l’attenzione sulle possibilità di nuovi contagi”. Perciò “continuiamo a contattare i nostri pazienti che sono in follow-up per sapere come stanno e valutarli clinicamente: la direzione e la parte tecnica cerca sempre di supportare e fornire al cittadino le risposte di salute che servono”.