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Kabul, attentato ai templi sikh e indù: almeno 4 morti. Isis rivendica l’attacco

Per le forze di sicurezza i morti potrebbero essere "decine". Al momento centinaia di ostaggi sono nelle mani dei terroristi.

Scorre il sangue in Afghanistan e porta la firma del sedicente stato islamico (Isis). Questa mattina (4:15 ora italiana) a Kabul un gruppo di kamikaze e uomini armati ha assaltato un tempio della minoranza Sikh, riunitasi per celebrare il “Vesak Festival”. Attualmente le vittime sono quattro, ma secondo la sicurezza afghana potrebbero essere “decine”. Su Twitter ‘Site’, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sui social media, conferma: c’è la mano dell’Isis, dietro quello che era un momento di aggregazione per molti afghani di origine indiana tramutatosi in una carneficina.

L’attacco

I kamikaze hanno circondato il tempio, poi hanno preso in ostaggio almeno 150 fedeli: “Li stiamo cercando di salvare” ha detto il portavoce del ministero dell’Interno, Tariq Arian. Al momento, “il primo piano del tempio è stato sgomberato e diverse persone inizialmente intrappolate sono state salvate, mentre le forze speciali stanno cercando di salvare il resto dei civili”. Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste conferma che dietro ci sarebbe la firma del sedicente stato islamico (Isis). Poco prima aveva fatto sapere su Twitter principale portavoce dei ribelli, Zabihullah Mujahid, in un messaggio: “l’attacco di oggi a Kabul non ha nulla a che fare con i combattenti dell’Emirato islamico”.

Un momento del funerale di un membro dell’etnia Sikh dopo l’attentato a Jalalabad del 2 luglio 2018 in cui persero la vita 19 persone – Foto © Reuters

Centocinquanta in ostaggio

Fonti afghane confermano che almeno 150 sono ancora in ostaggio dell’Is e potrebbero esserne morti “a decine“. In attesa di allentare l’asseragliamento del gruppo terroristico, esercito e polizia hanno circondato l’intero quartiere di Shorbazar, ingaggiando un conflitto a fuoco. Secondo il portavoce del ministero dell’Interno, Tariq Arian, i militanti hanno fatto irruzione dopo una “potente esplosione” e si pensa proprio a un atto kamikaze.

L’Is contro gli “infedeli”

Il sedicente stato islamico ha già compiuto una dozzina di attacchi contro la minoranza musulmana sciita a Kabul: l’obiettivo sono proprio i cosiddetti “infedeli”. L’attacco kamikaze mina la fragilità di un Paese dove, al momento, il presidente Ashraf Ghani e lo sfidante Abdullah Abdullah si sono entrambi proclamati presidente, dopo un voto contestato e marchiato da brogli elettorali. Esso esplode anche all’indomani di uno storico accordo fra gli Stati Uniti e i Talebani per conseguire la pace ma pesano ancora alcuni ostacoli politici, come il ritiro delle forze americane e degli alleati Nato previsto entro 13 mesi.

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