La Juve vola in testa

Mg Torino 16/09/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport. Nella foto: esultanza gol Dusan Vlahovic

Troppa Juve, solida, cinica, concreta, per una Lazio che gestisce meglio il possesso. Ma a graffiare sono solo i bianconeri. Allo Stadium il primo anticipo della quarta giornata, si apre con la convincente vittoria della Juventus che batte nettamente la Lazio per 3-1 per effetto del gol di Chiesa e della doppietta di Vlahovic. Per i biancocelesti, a segno Luis Alberto. Finisce 3-1 e in attesa del derby di Milano, Juve sola in testa alla classifica.

Così in campo

Allegri recupera Federico Chiesa e va avanti con il suo 3-5-3. Accanto all’ex viola, c’è l’altro ex, Dusan Vlahovic, la coppia che intriga il tecnico bianconero e fa sognare la piazza. McKennie e Kostic sugli esterni di centrocampo, Miretti, Locatelli e Rabiot nei tre in mezzo. Dietro Gatti, Bremer e Danilo davanti a Szczesny che riprende il suo posto tra i pali. Maurizio Sarri sceglie come suo costume il 4-3-3 . Tra i pali c’è Provedel, quindi Marusic, Casale, Romagnoli e Hysaj nei quattro dietro. In mezzo il giapponese Kamada, Cataldi e Luis Alberto. Tridente affidato ai piedi di Felipe Anderson, Immobile e Zaccagni. Dirige Maresca di Napoli.

Subito Juve

C’è curiosità per vedere questa Lazio capace di passare prima della sosta al “Maradona” contro il Napoli, ma il tempo della visione dura un lampo. In campo la qualità e la concretezza, è quella bianconera. La squadra di Allegri parte fortissimo e impiega un battito di ciglia per sbloccarla. Locatelli va via a destra, la mette in mezzo per Vlahovic che finalizza al meglio per l’1-0 juventino. La Lazio non reagisce, e la Juve insiste e a stretto giro, trova il gol del raddoppio con un’azione alla mano che parte dal piede di Locatelli, ispirato dopo la bella prova in nazionale, poi McKennie e Miretti che la lavorano per Rabiot che innesca Chiesa che di sinistro, di prima intenzione, fulmina sul primo palo: 2-0 prima della mezz’ora. E la Lazio? Luis Alberto è ispirato, il giro palla è immenso ma le imbucate sono pari allo zero. Tanto possesso, ma senza graffiare perché davanti il tridente si fa vedere pochissimo e dietro c’è più di qualche sbavatura, compreso il raddoppio di Chiesa che ha trovato sul suo palo impreparato. Decisamente meglio la Juve, solida e concreta. Giusto così.

La riapre Luis Alberto, la chiude Vlahovic

C’è Luca Pellegrini per Cataldi nella Lazio, mentre la Juve riparte di slancio, Rabiot fa tremare Provedel che stavolta è bravo all’intervento sullo stacco aereo del francese. Poi si mette in proprio a sfruttare un centro al bacio di Gatti, girata di testa sotto misura, prodezza dell’estremo biancoceleste che salva la Lazio. Ci prova Kamada, poi Kostic anticipa Felipe Anderson.

Doppio cambio per Allegri che inserisce Cambiaso e Fagioli per Kostic e Miretti. Ma è la Lazio a colpire, complice un clamoroso errore in disimpegno di Bremer. Ne approfitta Luis Alberto che apre il piattone e fulmina in rete: 2-1. Neppure il tempo di rimettere in gioco il pallone, che la Juve allunga di nuovo. Gran giocata di Vlahovic che controlla al limite, ne salta due, si accentra e spara un destro che spacca la porta: 3-1 per i bianconeri, mentre Sarri toglie un evanescente Immobile per inserire Castellanos e poi gioca la carta Pedro al posto di Felipe Anderson., mentre Allegri inserisce Weah, Milik e Kean al posto di McKennie, Chiesa e Vlahovic. Ma non c’è più partita perché la Juventus gioca con la forza dei nervi distesi, mentre la Lazio è arruffona e confusionaria e non spaventa mai i bianconeri. Dentro anche Guendouzi nei biancocelesti al posto di Kamada, mentre la partita si trascina verso l’epilogo, con la Juventus che continua a fare la partita e al tramonto, sfiora il quarto gol, ma Weah alza troppo a porta vuota dopo un assist al bacio di Milik. Sei di recupero, dove succede nulla e quando Maresca fischia la fine, esplode lo Stadium. La Juve, in attesa che scendano in campo Inter e Milan, è solo in testa alla classifica. E questa, è già una notizia.

Massimo Ciccognani: