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Joe Biden Presidente degli Stati Uniti, l’inizio della Nuova Democrazia

Come affermava Hegel, uno tra i più eminenti e sempre contemporanei filosofi dell’800, la realtà, nel suo divenire storico si arricchisce, progressivamente, di apporti migliorativi rispetto al passato. Difatti, possiamo osservare che la concezione democratica della vita, nella fase attuale della nostra esistenza, tende ad arricchirsi di nuovi contenuti che la rendono sempre più aderente al significato ideale a cui essa fa riferimento.

Il modello di democrazia di Joe Biden

E’, senz’altro, una verità che noi possiamo osservare se guardiamo al modello di democrazia che il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, intende far vivere.

Possiamo, concretamente, constatare che egli, oltre a dar spazio al valore delle donne, rimarca il valore delle diversità, a cui attribuisce la possibilità di esprimersi nelle più alte cariche dello Stato americano. Non solo, si rivolge al popolo democratico, senza titubanze, con azioni concrete al fine di migliorarne lo stato sociale, messo a dura prova dalla pandemia, che ha generato malattia e povertà.

Ed ancor più, un cuore credente, innamorato del cristianesimo, che è il vero ed indiscutibile emblema della democrazia, ossia dell’eguaglianza, lo guida nel rivolgersi a tutti gli americani, a qualsiasi classe sociale essi appartengano.

Attraverso Joe Biden si manifesta, senza alcun dubbio, un modello più autentico ed elevato di democrazia. E’ certo che si progredisca verso orizzonti più accoglienti ed ospitali per il popolo americano e, di conseguenza, verso forme più autentiche di relazioni politiche nei confronti di altre nazionalità.

Egli ha affermato che la democrazia è fragile, certo non per i suoi contenuti ma perché preda costante di chi ama il potere assoluto, il proprio esclusivo benessere e, soprattutto, di chi non ama la verità, che si concretizza nel riconoscere che tutti gli uomini hanno pari dignità nel contesto dell’esistenza umana, a cui sono chiamati ad offrire il proprio contributo, attraverso l’espressione del proprio pensiero e della propria attività lavorativa, nonché attraverso la propria creatività, che rende la vita più ricca e produttiva di benessere per tutti.

Italia: una democrazia fragile

Che la democrazia sia fragile ne è testimonianza l’Italia attuale che vede la messa a dura prova dell’opera edificatrice di chi la governa, attraverso azioni atte a renderla instabile, inoperosa e, pertanto, incapace di porsi al servizio dei cittadini italiani, i quali vivono un momento profondamente drammatico determinato dalla pandemia e dalle sue conseguenze economiche devastanti.

Anche in Italia, per tale motivo, dobbiamo rendere concreto uno dei pilastri che sorreggono la democrazia che è l’unità, che si configura, anche e soprattutto, come responsabilità individuale e sociale.

Vivere l’eguaglianza è diventata un’esigenza irrimandabile proprio in quanto l’esistenza delle disuguaglianze che si riversa, inesorabilmente, sul piano dell’economia, rende instabile ed ingovernabile il tessuto sociale, che, per tale motivo, cade nelle trame disastrose del conflitto e della rabbia sociale, che può degenerare nella barbarie, che tutto distrugge.

Se la rabbia e l’odio sociale prendono il sopravvento, come auspicano forze politiche di stampo populistico, crolla la vita socio-economica e morale, in quanto si afferma la violenza come forma per risolvere le problematiche a cui, da sempre, la vita dell’uomo deve dare risposte.

Azioni politiche condivise

Le risposte non devono essere la violenza e l’odio, ma azioni politiche condivise sia dai singoli cittadini, sia dalla nazione nel suo complesso, che devono garantire l’esistenza dello Stato, essendo l’organizzazione evoluta della società, sorretta dalla legalità e dalla civiltà. Solo uno Stato, che pone a fondamento del suo operato la democrazia, può sopravvivere alla barbarie, in quanto la sconfigge con leggi umanitarie, la cui emanazione è frutto della pedagogia dell’amore fraterno e della civile convivenza, nonché del rispetto del piano morale e spirituale della vita.

Una nuova democrazia

In America la suddetta verità è stata ratificata dagli eventi nefasti verificatisi nel Campidoglio ad opera di gruppi populisti e nazionalisti, senza freni morali. In Italia noi esponenti della Nuova Democrazia riteniamo sia doveroso impedire tali degenerazioni, a cui determinati fenomeni politici potrebbero dar vita.

La Nuova Democrazia sarà fautrice di civiltà e progresso sociale, di responsabilità e formazione delle coscienze, affinché i cittadini siano edificatori di una nazione sempre più emancipata ed evoluta. Il lavoro e lo sviluppo dell’economia, nonché di nuove forme di economia, saranno coniugati allo sviluppo della coscienza civile ed umana.

L’anno 2020, che ci siamo lasciati alle spalle, ha evidenziato una tragica retrocessione dell’intera umanità in periodi oscuri e arretrati della nostra storia, ponendo inesorabilmente in luce che le conquiste della scienza sono molto poche ed instabili, così come lo sono le conquiste sociali ed economiche.

Ha evidenziato, altresì, come la barbarie è sempre pronta ad insorgere: è lì ed attende di invadere, con violenza, la civiltà e la cultura umana. Dobbiamo, pertanto, riflettere approfonditamente per porre argini robusti e inoppugnabili all’involuzione verso forme involute e selvagge della vita.

Non da soli, ma globalmente. Non vi è dubbio. Ed ecco farsi strada la necessità di far vivere una nuova forma di democrazia. Ma quale forma di democrazia?

Centralità dell’individuo

Per noi è fondamentale far vivere, perché si affermi una più evoluta forma di democrazia, la centralità dell’individuo per giungere alla centralità della democrazia, la lotta alla povertà materiale e morale, l’affermazione vigorosa dello stato di diritto, la formazione scolastica per tutti i cittadini, con particolare attenzione alla formazione della coscienza umana ed egualitaria, l’educazione alla socialità, rispettosa della lealtà e della civiltà, la centralità della ricerca scientifica per debellare le nuove forme di malattia, nonché la riproposizione dei cardini dell’economia, nazionale e globale, che preveda la sua umanizzazione e moralizzazione.

Non vi è dubbio che siano obiettivi realizzabili in quanto gli Stati democratici desiderosi di far vivere una nuova vita democratica, che pone al centro la dignità umana ed il suo imprescindibile rispetto, sono molto numerosi ed in continua crescita, proprio in quanto è cresciuta l’esigenza della sicurezza sociale, fondata ineludibilmente sulla sicurezza individuale.

Pertanto, la nuova democrazia dovrà rimarcare inesorabilmente la necessità di garantire l’individuo al fine di poter garantire la vita sociale. Ciò denota che il significato della democrazia è rivisitato alla luce della necessità dell’epoca contemporanea e delle epoche future, che non possono più eludere la dignità del singolo individuo per garantire la dignità della vita sociale e delle dimensioni ad esse connesse, tra le quali si annovera anche e soprattutto la vita economica, come la pandemia dimostra. La società vive se vive l’individuo ed è garantito il suo valore, inteso sia in termini di valore umano, sia in termini di sicurezza sanitaria e giuridica, senza deroga alcuna.

La storia è maestra di vita

La storia è sempre stata maestra di vita. Ed è la storia attuale che rimarca la necessità della nascita di una nuova democrazia che, solo se prende le mosse dal singolo può condurre al popolo progredito ed evoluto, alla società che tutti accoglie e nessuno esclude, pena il suo decadimento nella dissoluzione dello Stato, delle leggi che lo sorreggono e ne garantiscono il corretto operare. Non vi è democrazia se non vi è rispetto del singolo, dell’individuo, o meglio di ogni individuo.

Se viene eluso l’individuo viene elusa la vita democratica. E’ questa la verità politica disattesa nel passato ed è questo il motivo del crollo di molte democrazie, quantunque ispirate da principi di spessore altamente umanitario.

Esse sono crollate perché avevano tenuto in scarsa considerazione il valore del singolo individuo e la sua dignità personale, ponendo, invece, al centro, il “demos”, ossia il popolo inteso come gruppo coeso, ma non visto come insieme di singoli individui, la cui singola identità doveva essere destinataria di attenzione, proprio in quanto dotata di un cuore e di una mente pensante, che, se tradita nelle sue aspettative legate all’affermazione della propria dignità umana, quali il diritto al lavoro, il diritto alla Casa, il diritto all’assistenza sanitaria di elevata qualità, il diritto al benessere ed il diritto alla legalità, avrebbe preso le distanze proprio da quei partiti che si erano prefissi di tutelarne i diritti fondamentali.

Oggi il divenire storico rimarca la necessità di porre al centro l’individuo al fine di affermare la vera democrazia e non la massa amorfa e senza anima. La nuova democrazia terrà conto della lezione storica, inerente alla necessità di far vivere il valore del singolo individuo nell’intento inderogabile di far vivere la democrazia, quella che nessuno esclude, ma tutti include in un disegno di continuo e, sempre più elevato, miglioramento della vita sociale ed umana.

di Biagio Maimone, Corrispondente dall’Italia Quotidiano America Oggi

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