Istat: “La disoccupazione aumenta solo tra i giovani”

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Foto di Saulo Mohana su Unsplash

In calo il tasso di disoccupazione in Italia a maggio, ma aumenta quello giovanile dei ragazzi tra 15 e 24 anni. L’inflazione continua a rallentare a giugno.Lo comunica l’Istat.

Istat: “La disoccupazione aumenta solo tra i giovani”

A maggio 2023 prosegue la crescita dell’occupazione, secondo i dati Istat, ma rallenta il ritmo: l’incremento è dello 0,1%, pari a 21 mila occupati in più rispetto ad aprile. Rispetto all’anno precedente, gli occupati sono 383 mila in più (+1,7%), per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine. Il confronto mensile mostra una crescita degli occupati tra gli uomini, gli autonomi, i 25-34enni e tra chi ha almeno 50 anni e un calo tra le donne, i dipendenti a termine, tra i più giovani (15-24 anni) e i 35-49enni.

La disoccupazione cala al 7,6%, ma sale per i giovani

Il tasso di disoccupazione, a maggio, scende al 7,6% (-0,1 punti) in Italia ma quello giovanile dei ragazzi tra 15 e 24 anni peggiora e sale fino al 21,7% con un aumento 0,9 punti. Lo comunica l’Istat.

L’inflazione frena ancora a giugno e cala al 6,4%

L’inflazione continua a rallentare a giugno, segnando la prima variazione congiunturale nulla dal maggio 2021. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una variazione pari a 0 su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, dal +7,6% del mese di maggio. Si tratta del secondo mese consecutivo di rallentamento dell’inflazione dopo la risalita di aprile a 8,2%. In sei mesi l’indice dei prezzi è passato dal 10% di gennaio al 6,4% di giugno. Il dato è vicino a quello della Germania (6,1% a maggio, ultimo dato disponibile), ma resta ancora distante dalla Francia (+5,1% sempre a maggio). Il dato resta comunque significativamente alto se paragonato ai prezzi alla produzione dell’industria che a maggio hanno visto il segno meno per un calo del 4,3% su anno e del 2,3% su mese merito del crollo dei prezzi delle materie prime.

Fonte: Ansa

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