La guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 364. Nuovi raid su Beirut sud: obiettivo, secondo quanto riferito da due funzionari israeliani, sarebbe stato il successore di Nasrallah. Dopo il massiccio bombardamento notturno, il peggiore fino ad oggi, Hezbollah ha affermato di non avere informazioni sulla sorte del successore.
L’obiettivo dell’ultimo attacco israeliano a Beirut era il leader di Hezbollah Hashem Safi a-Din, probabile successore di Hassan Nasrallah. Lo riporta Axios, secondo quanto riferito da due funzionari israeliani. Sempre citando funzionari israeliani coperti dall’anonimato, il New York Times afferma da parte sua che il raid ha preso di mira un incontro a cui Safi Al Din stava partecipando con altri importanti leader del movimento sciita libanese in un bunker sotterraneo. Non è ancora chiaro se il probabile successore di Nasrallah sia effettivamente rimasto coinvolto nell’attacco israeliano.
Una fonte vicina ad Hezbollah ha reso noto che Israele ha condotto 11 raid consecutivi alla periferia sud di Beirut, roccaforte del movimento sciita. “Israele ha colpito i sobborghi meridionali 11 volte consecutive”, ha affermato la fonte. Il bombardamento è stato così intenso che sono scattati gli allarmi delle auto e gli edifici hanno tremato nella capitale libanese e nella sua periferia.
Hezbollah ha affermato alla testata L’Orient-Le Jour di “non avere ancora alcuna informazione” sulla sorte di Hashem Safi a-Din, il capo del consiglio esecutivo del partito e destinato a succedere a Hassan Nasrallah, dopo il massiccio attacco israeliano lanciato nella notte sulla periferia sud di Beirut. Questo raid, uno dei più violenti da quando Israele ha intensificato la sua campagna di bombardamenti sul paese il 23 settembre, avrebbe preso di mira “un incontro di alti leader di Hezbollah, compreso il presunto successore di Hassan Nasrallah”.
Fonte: Ansa
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