In un comunicato pubblicato oggi, il premier iracheno Muhammad Sudani ha chiesto il ritiro dal paese del contingente statunitense stanziato in loco con 2500 militari da dieci anni. Lo scorso 4 gennaio, gli Stati Uniti hanno bombardato la capitale dell’Iraq, uccidendo un leader di un gruppo armato filogovernativo iracheno sostenuto dall’Iran.
Il comunicato
Il premier iracheno Muhammad Sudani ha chiesto oggi il ritiro dei circa 2.500 militari statunitensi presenti in Iraq da circa un decennio. Lo riferiscono i media di Baghdad che citano un comunicato dell’ufficio del primo ministro. Nel comunicato si afferma che l’Iraq “vuole un’uscita rapida e ordinata” delle forze della Coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. La loro presenza, si legge, è “destabilizzante”.
La presenza degli Usa
Gli Usa operano in Iraq e Siria dal 2014 – all’ombra della coalizione internazionale di cui fa parte anche l’Italia – ufficialmente per combattere l’Isis, dichiarato sconfitto militarmente nel 2017 in Iraq e nel 2019 in Siria. Alla luce delle ripercussioni in Iraq e in tutto il Medio Oriente della guerra tra Hamas e Israele, negli ultimi due mesi si sono intensificati gli scambi di fuoco tra forze irachene filoiraniane e forze statunitensi. Il 4 gennaio scorso, per la prima volta dopo quattro anni, gli Stati Uniti hanno bombardato la capitale Baghdad uccidendo un leader di un gruppo armato filogovernativo iracheno sostenuto dall’Iran.
Fonte: Ansa