La Corte Suprema spagnola ha confermato l’interdizione alle cariche pubbliche del Presidente catalano, l’indipendentista Quim Torra, confermando una precedente sentenza del Corte Superiore di Giustizia della Catalogna. Torra, considerato esponente di una delle ali più radicali dell’indipendentismo. È stato condannato per disobbedienza “reiterata e ostinata” alla richiesta della Commissione Elettorale di rimuovere dagli edifici pubblici, durante il periodo del voto, i nastri gialli affissi per mostrare solidarietà agli indipendentisti catalani detenuti per i fatti del settembre e ottobre 2017, quando il Parlamento catalano e il Presidente Carles Puigdemont, dello stesso partito di Torra, dichiararono l’indipendenza della Catalogna.
La decisione della Corte
La Corte Suprema spagnola non ha quindi accolto il ricorso di Torra contro la condanna della Corte Superiore di Giustizia catalana, che lo aveva riconosciuto colpevole di aver violato “il principio di neutralità al quale devono attenersi le amministrazioni” in vista delle urne.
All’epoca dei fatti, l’ex Presidente, la cui interdizione ha effetto immediato, si era difeso sostenendo che la richiesta della Commissione elettorale violava la sua libertà di espressione. La Corte Suprema spagnola, invece, ha stabilito che la libertà di espressione non si configura nella “disobbedienza agli ordini ripetuti di un organo costituzionale la cui funzione è garantire la trasparenza e la legalità dei processi elettorali e che esige la neutralità dei poteri e delle amministrazioni pubbliche”.
Il Tribunale supremo ha, inoltre, confermato sempre quanto stabilito dal Tribunale superiore di giustizia della Catalogna, ovvero che Torra sarebbe stato libero di usare simboli e cartelli a sostegno delle proprie idee politiche, anche a favore dell’indipendentismo, ma non durante la campagna elettorale.
Si aggiunge una multa di 30 mila euro all’interdizione che impedisce a Torra di esercitare qualunque tipo di carica elettiva, sia livello locale, statale ed europeo per per un anno e mezzo
Le conseguenze
Il governo spagnolo ha affermato di voler “rispettare” le decisioni della Corte, mentre il Presidente del Parlamento catalano, Roger Torrent, ha definito la decisione “impropria” in una democrazia. L’immediata convocazione di nuove elezioni in Catalogna è stata chiesta dal Presidente del Partito Popolare, Pablo Casado.
“El País” ha scritto che la sentenza potrebbe portare ad una nuova crisi istituzionale in Catalogna che aumenterebbe ancora di più le tensioni tra governo locale e governo nazionale, già piuttosto intense a causa della gestione dell’epidemia da coronavirus.