Quando l’Inter è tanta, non ce n’è per nessuno. Chiedere al Milan, che incassa un’altra pesante sconfitta nella stracittadina. A San Siro monologo nerazzurro: sblocca Mkhitaryan, raddoppia Thuram. Nella ripresa, guizzo Milan con Leao, ma è un fuoco di paglia perché a stretto giro i nerazzurri dilagano. A segno ancora Mkhitaryan e Calhanoglu, poi nel recupero arriva il sigillo di Frattesi per il 5-1 finale.
Attacchi stellari
Poche novità nelle due formazioni. Inzaghi (3-5-2) recupera Acerbi che torna al centro della difesa, con accanto Darmian e Bastoni davanti a Sommer. In mezzo confermati Calhanoglu, Mkhitaryan e Barella (ancora panchina per Frattesi) con Dumfries e Dimarco sugli esterni, mentre la prima linea è affidata a Lautaro Martinez e Thuram. Nel Milan, Pioli recupera Giroud (4-3-3) e lo schiera al centro del tridente con Pulisic e Leao. Dietro torna Kjaer in coppia con Thiaw davanti a Maignan, con Calabria e Theo Hernandez esterni. A centrocampo Loftus-Cheek, Krunic e Reijnders. Arbitra Simone Sozza della sezione di Seregno.
Thuram spegne il Milan
Non c’è partita, in un primo tempo dominato in lungo e in largo dalla banda Inzaghi. Troppa Inter, per un Milan spento, senza idee, con una coppia di centrali assolutamente inguardabili, con Kjaer e Thiaw che hanno visto volare davanti a loro schegge nerazzurre, tanto erano imprendibili. L’Inter parte fortissima e il vantaggio arriva neppure dopo cinque giri di lancette. Thuram vince un duello e arriva sul fondo premiando l’inserimento di Dimarco, conclusione sporca, sulla traiettoria c’è Mkhitaryan che al volo anticipa tutti e mette dentro. Protesta il Milan per due contatti precedenti, ma per l’arbitro di Seregno è tutto regolare, mentre l’Inter sfiora subito il raddoppio con una conclusione velenosa di Dimarco, palla a lmbire il montante. Il Milan tiene palla, palleggio troppo basso, Inter compatta e zero varchi. Che invece trova l’Inter: Lautaro favorisce l’inserimento di Dumfries, cambio gioco per Thuram che manda al bar Thiaw, e gran destro a giro che si infila nel sette e fa esplodere il Meazza nerazzurro: 2-0. E ci sta tutto. Il Milan è spento e l’unica occasione nasce da una percussione in solitaria di Theo Hernandez che entra in area dopo averne messi a sedere un paio, ma incrocia di poco fuori. Troppo poco per pensare di poter impensierire i nerazzurri. All’intervallo è 2-0, e Inzaghi se la gode.
La riapre Leao
Su San Siro comincia a piovere a dirotto, con il Milan che parte meglio e prova a guadagnare campo, ma è sempre l’Inter a rendersi pericolosa in controgioco. Fuori Pulisic, dentro Chukwueze nel Milan. Giocata di Leao che va via nello spazio, resiste a Darmian e in area batte Sommer con un diagonale imprendibile: 2-1 e partita riaperta. Mezz’ora alla fine, nel diluvio di San Siro può ancora succedere di tutto, mentre Inzaghi opera i primi cambi: fuori Barella, Dimarco e Thuram, dentro Arnautovic, Frattesi e Carlos Augusto. L’Inter alza il baricentro, ed è propedeutico l’inserimento dell’ex Bologna che sa come far salire la squadra. Ci prova, ma è sfortunato Carlos Augusto: gran botta dell’ex Monza , ci mette una pezza Maignan.
Mkhitaryan, Calhanoglu e Frattesi per il pokerissimo
Adesso è tornata forte l’Inter. L’azione è da manuale: gran recupero di Calhanoglu che sventaglia per Lautaro che si porta dietro mezza difesa rossonera prima di servire a rimorchio Mkhitaryan, freddo e implacabile e palla alle spalle del portiere rossonero: 3-1, ma che Inter. Arrivano i cambi anche per Pioli: fuori Calabria, Giroud e Reijnders, dentro Jovic, Okafor e Florenzi, mentre Inzaghi richiama Bastoni per inserire De Vrij. L’Inter domina, Theo Hernandez affossa in area Lautaro, Sozza non dubbi e indica il dischetto confortato dal Var. Dagli undici metri Calhanoglu che spiazza Maignan ed è poker Inter al tramonto del match. I minuti di recupero sono cinque con l’Inter non ancora sazia. Mkhitaryan lavora un bel pallone fino a premiare l’inserimento di Frattesi che fredda Maignan. Finisce con la vittoria, netta e strameritata dell’Inter che affonda nuovamente i cugini rossoneri per il quale l’incubo nerazzurro continua. E Inzaghi può volare solitario in vetta a punteggio pieno.