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Intelligenza Artificiale: il 31% degli italiani non la usa

Il livello di conoscenza di queste tecnologie è disomogeneo nelle diverse fasce d’età

Il quarto rapporto dell’Associazione italiana digital forensic ha evidenziato che, quasi un italiano su tre, non ha ancora utilizzato tecnologie basate sull’I.A. Tra i giovani con un’età tra i 18 e i 34 anni, il 69% dichiara di avere più confidenza con tali strumenti.

Il dato

Quasi un italiano su tre (il 31%) non ha ancora utilizzato tecnologie basate sull’Intelligenza artificiale e in particolare sono soprattutto gli ultra-cinquantaquattrenni a essere più distanti (il 43%). La metà di chi attualmente non le utilizza dichiara, tuttavia, la propria intenzione ad adoperare sistemi di Ia nel prossimo futuro. È quanto emerge dal quarto Rapporto Ital Communications-Iisfa (Associazione italiana digital forensics) sull’Intelligenza artificiale in Italia, presentato oggi al Senato e realizzato in collaborazione con l’Istituto Piepoli e Assocomunicatori. Secondo la ricerca, è dunque il 69% degli italiani ad utilizzare per ora qualche tipo di tecnologia o applicativo che si basa sull’Ia e la diffusione è quasi totale presso i giovani (83%). Nel dettaglio delle tipologie di tecnologie ricordate/utilizzate, si tratta soprattutto di assistenti virtuali (53%) e di app di Ia Generativa, citate da circa il 30% delle persone.

Il livello di conoscenza

Il livello di conoscenza e fiducia nei confronti dell’Intelligenza artificiale generativa, cioè qualsiasi tipo di Ia che utilizzi algoritmi per creare nuovi testi, immagini, video, audio, come ad esempio ChatGpt, divide a metà la popolazione italiana. Secondo il rapporto solo il 51% degli individui riconosce infatti questa tipologia di Ia e dichiara di avere avuto a che fare, visto, usato, letto notizie, sentito informazioni a riguardo, con i giovani che dichiarano maggiore dimestichezza (63%). Una persona su due dichiara inoltre di avere fiducia nei confronti di questa tecnologia. I giovani, a fronte della maggiore conoscenza dell’argomento, si dichiarano più confidenti (69% tra i 18 e i 34 anni), gli adulti un po’ più prudenti (45% i fiduciosi).

I possibili rischi

Quanto al rischio di possibili fake news, la maggioranza delle persone (86%) sostiene di fare un certo tipo di controllo prima di prendere le notizie per buone, ma la stessa percentuale si aspetta che la propria iniziativa sia corroborata in modo strutturato da un ente preposto e da iniziative formative (85%) all’uso dell’Ia.

Fonte: Ansa

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