Secondo i dati Istat pubblicati quest’oggi, nei primi sei mesi di quest’anno, sono state registrate 2,4 milioni di cessazioni di contratti di lavoro e contestualmente 3,3 milioni di attivazione di nuovi rapporti con un saldo positivo di 925.408 unità.
Gli incrementi delle varie tipologie di contratto
Il particolare, in questo lasso di tempo, l’incremento delle assunzioni ha riguardato tutte le tipologie di contratto, risultando però più accentuato per quanto riguarda le assunzioni di contratti stagionali, con un incremento del 68%, chi contratti in somministrazione con un +34% seguiti da una relativa stabilità dei nuovi contratti a tempo indeterminato che fanno segnare un + 2% con una sostanziale parità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Hanno fatto segnare un decremento del 21% le trasformazioni di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato che, nei primi sei mesi dell’anno in corso, sono state 214 mila, in netta flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Per quanto concerne i sopracitati contratti a tempo indeterminato il saldo tra entrate e uscite nella tempistica considerata è stato di 118.694 unità considerando che, fino allo scorso giugno, era in vigore il blocco dei licenziamenti per tutte le imprese.
La diminuzione della cassa integrazione per il Covid-19
In riguardo alla cassa integrazione Covid, secondo i dati Inps, nel mese di giugno di 2021 gli stessi sono scesi per la prima volta da giugno 2020 sotto quota un milione per la prima volta dall’inizio della pandemia, ossia da marzo 2020. A titolo esemplificativo, ad aprile 2020, nel corso della prima ondata del Covid-19, sono stati messi in cassa integrazione 5 milioni e 620 mila lavoratori per una media di 107 ore ognuno.