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In soccorso del Libano sull'orlo della bancarotta

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Iiatriarca maronita Bechara Boutros Rai, in un incontro religioso convocato alla sede patriarcale maronita di Bkerkè, ha denunciato la piaga della corruzione e ha avvertito che il legittimo diritto a manifestare non può essere invocato per giustificare le azioni violente e “incivili” perpetrate da gruppi di facinorosi nelle piazze e nelle strade libanesi durante le manifestazioni di protesta degli ultimi mesi. Il Libano, il paese mediorientale con più profughi siriani dell'area, sta attraversando un passaggio storico delicato e pieno di insidie.

La richiesta di sostegno al Fmi

l premier libanese, Hassan Diab, incontra oggi rappresentanti del Fondo monetario internazionale (Fmi), chiamati dal governo libanese per studiare misure di sostegno alla critica situazione economica e finanziaria del Libano. L'incontro, riferisce l'Ansa,  è stato richiesto nei giorni scorsi da Beirut con l'obiettivo di esplorare possibilità di un intervento a livello tecnico del Fondo e non per un aiuto finanziario diretto. Dalla scorsa estate il Libano è entrato in una profonda crisi economica, accentuata dalle conseguenze di proteste popolari anti-governative scoppiate a metà ottobre.

A rischio default

Il settore bancario, per decenni indicato come tra i più sicuri e stabili della regione, ha di fatto imposto un sistema di controllo dei capitali senza l'approvazione del parlamento e della Banca Centrale, aumentando il senso di vulnerabilità economica dei correntisti e piccoli e medi risparmiatori, ed esasperando la già presente tensione sociale. Le agenzie di rating internazionale, evidenzia l'Ansa, affermano che il Libano è a rischio di default finanziario. In questo clima e dopo le dimissioni del premier Saad Hariri a fine ottobre, il nuovo governo guidato da Diab, insediatosi a gennaio, ha ora l'ardua missione di mettere ordine ai conti e di rassicurare l'opinione pubblica. La comunità internazionale e lo stesso Fondo monetario internazionale hanno più volte condizionato la disponibilità a sostenere finanziariamente la disastrata economia del Libano a patto che il governo compia riforme strutturali.

Peggio della guerra civile

Una squadra di esperti del fondo monetario internazionale (Fmi) inizierà le consultazioni con il governo libanese a Beirut oggi, riferisce Nova. Il Libano ha formalmente richiesto assistenza tecnica al Fmi la scorsa settimana. Da parte sua, l'Fmi ​​ha affermato che il Libano è alla ricerca di consigli per attuare le riforme e ripristinare la stabilità e la crescita. Tuttavia, il Libano non ha richiesto assistenza finanziaria al Fmi. Il Libano ha assistito a una crisi finanziaria peggiore di quella sperimentata durante la guerra civile del 1975-90. L'instabilità di governo ha rallentato l'afflusso di capitali nel paese, spingendo le banche ha imporre misure restrittive nei confronti dei correntisti. Il Libano deve decidere con urgenza come gestire i pagamenti dei debiti, tra cui le obbligazioni in euro da 1,2 miliardi di dollari in scadenza il 9 marzo. Il debito pubblico del Libano, precisa Nova, equivale a circa il 150 per cento del suo Pil. Parlando domenica a Dubai, l'amministratore delegato dell'Fmi Kristalina Georgieva ha affermato che il Libano ha bisogno di riforme strutturali urgenti e profonde.

Giacomo Galeazzi: