“Quello a cui il codice etico delle professioni sanitarie vuole dare effettività è l’insieme di quei concetti semplici ma non scontati di rispetto, gentilezza, educazione, umanità, empatia, ascolto, non aggressività, disponibilità, rispetto, collaborazione, resilienza. Valori, questi che vanno rafforzati e, qualche volta, recuperati“, afferma a Dire Alessandro Beux, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie.
Esperienza
“Il nostro è un ‘maxi-ordine’ che raggruppa al suo interno 19 diverse professioni sanitarie. Per favorire l’integrazione abbiamo pensato che, tra le altre iniziative, potesse essere utile lavorare a un unico codice etico- evideniza Beux-. C’è già una prima bozza e contiamo di avere il testo per la consultazione pubblica pronto entro l’autunno. Le professione sanitarie, a prescindere da ciò che le caratterizza nello specifico professionale hanno una comune base valoriale, per cui il codice etico è un terreno neutro, alto e ampio, all’interno del quale tutte hanno partecipato alla pari, l’una a fianco all’altra”. Nessuna difficoltà, dunque, a mettere d’accordo così tanti diversi professionisti. “Probabilmente, se come prima esperienza avessimo tentato di strutturare un testo unico, per esempio, sulla libera professione intramoenia avremmo avuto maggiori difficoltà, perché in quel caso le differenze sarebbero state tali da rendere più difficile una posizione unica e unanime– prosegue Beux -. Ma andando a giocare la partita su un terreno come quello dei valori, ci siamo subito trovati in accordo, anche su un linguaggio comune, un po’ come l’esperanto, che consente a tutti di riconoscersi a prescindere dalle particolarità, dalle differenze di storie, culture, contenuti formativi e ambiti di azione professionale. È stato un successo sperato, ma decisamente inaspettato“.
Parole chiave
Il presidente della Federazione nazionale precisa che si tratta di un lavoro “senza precedenti, perché non abbiamo trovato nulla di simile: non esiste nessun codice etico che raggruppi così tante professioni sanitarie”. Per il codice sono state individuate dieci parole-chiave che ne formeranno l’ossatura. E cioè persona, salute, responsabilità, relazione, informazione, competenza, consenso, multi-professione, equità e privacy. “Abbiamo avuto una brava coach-puntualizza Beux- l’avvocatessa Laila Perciballi, referente per le relazioni con la cittadinanza e la promozione dei valori dell’Ordine e coordinatrice del gruppo di lavoro ‘Etica, deontologia e responsabilità professionale quali comune codice denominatore‘, ci ha aiutati a sollecitare e coordinare questa nostra iniziative sul codice etico. Abbiamo esaminato tutti i codici etici e deontologici delle altre professioni sanitarie, nazionali e internazionali, estrapolando quei contenuti valoriali che possono essere applicabili a tutte“.