Il Papa: “Preghiamo per chi ha difficoltà economiche a causa del coronavirus”

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È una settimana imperniata sulla preghiera quella voluta da Papa Francesco. Ieri all’Angelus “ingabbiato” nel Palazzo Apostolico, era stato lo stesso Pontefice ad annunciare la recita universale del Padre Nostro il prossimo mercoledì a mezzogiorno. Un invito a riconciliarsi con il Padre, Che “non dimentica i Suoi figli”. Stamane, nella messa in diretta streaming dalla Cappella di Casa Santa Marta, il Papa ha rinnovato lo stesso invito recitando l’antifona d’ingresso: “Io confido nel Signore. Esulterò e mi rallegrerò per la tua misericordia, perché hai guardato con bontà alla mia miseria”. Un atto di fiducia filiale e abbandono a Dio in un momento buio per l’intero Paese: “Preghiamo oggi per le persone che per la pandemia stanno incominciando a sentire problemi economici, perché non possono lavorare e tutto questo ricade sulla famiglia. Preghiamo per la gente che ha questo problema” ha detto il Pontefice.

Le “tre cose” per fare una preghiera

Nell’omelia di questo lunedì, il Pontefice si è soffermato sul Vangelo di Giovanni (Gb 4, 43-54), in particolare sulla guarigione del figlio del funzionario del re, ed ha invitato a una riflessione sulla preghiera. Di seguito, il testo dell’omelia (fonte Vatican News):
“Questo padre chiede la salute per il figlio. Il Signore rimprovera un po’ tutti, ma anche lui: ‘Se non vedete segni e prodigi, voi non credete’. Il funzionario, invece di tacere e stare zitto, va avanti e gli dice: ‘Signore, scendi, prima che il mio bambino muoia’. E Gesù gli rispose: ‘Va’, tuo figlio vive’.

La fede

Sono tre cose che, per fare una vera preghiera, ci vogliono. La prima è la fede: se non avete fede … E tante volte, la preghiera è soltanto orale, dalla bocca … ma non viene dalla fede del cuore, o una fede debole … Pensiamo a un altro papà, a quello del figlio indemoniato, quando Gesù rispose: ‘Tutto è possibile a colui che crede’; il papà come disse chiaramente ‘credo, ma accresci la mia fede’. La fede nella preghiera. Pregare con fede, sia quando preghiamo fuori, quando veniamo qui e il Signore è lì: ma ho fede o è un’abitudine? Stiamo attenti nella preghiera: non cadere nell’abitudine senza la coscienza che il Signore c’è, che sto parlando con il Signore e che Lui è capace di risolvere il problema. La prima condizione per una vera preghiera è la fede.

Il Papa confessa nella Basilica di San Pietro – Foto © Osservatore Romano

La perseveranza

La seconda condizione che lo stesso Gesù ci insegna è la perseveranza. Alcuni chiedono ma la grazia non viene: non hanno questa perseveranza, perché nel fondo non ne hanno bisogno, o non hanno fede. E Gesù stesso ci insegna la parabola di quel signore che va dal vicino a chiedere pane a mezzanotte: la perseveranza di bussare alla porta … O la vedova, con il giudice iniquo: e insiste e insiste e insiste: è perseveranza. Fede e perseveranza vanno insieme, perché se tu hai fede tu sei sicuro che il Signore ti darà quello che chiedi. E se il Signore ti fa aspettare, bussa, bussa, bussa, alla fine il Signore dà la grazia. Ma non lo fa, questo, il Signore, per rendersi interessante o perché dica ‘meglio che attenda’: no. Lo fa per il nostro bene, perché prendiamo la cosa sul serio. Prendere sul serio la preghiera, non come i pappagalli: bla bla bla e niente di più … Lo stesso Gesù ci rimprovera: ‘Non siate come i pagani che credono nell’efficacia della preghiera e nelle parole, tante parole’. No. È la perseveranza, lì. È la fede.

Il coraggio

E la terza cosa che Dio vuole nella preghiera è il coraggio. Qualcuno può pensare: ci vuole coraggio per pregare e per stare davanti al Signore? Ci vuole. Il coraggio di stare lì chiedendo e andando avanti, anzi, quasi – quasi, non voglio dire un’eresia – ma quasi come minacciando il Signore. Il coraggio di Mosè davanti a Dio quando Dio voleva distruggere il popolo e farlo capo di un altro popolo. Dice: ‘No. Io con il popolo’. Coraggio. Il coraggio di Abramo, quando negozia la salvezza di Sodoma: ‘E se fossero 30, e se fossero 25, e se fossero 20 …’: lì, il coraggio. Questa virtù del coraggio, ci vuole tanto. Non solo per le azioni apostoliche, ma anche per la preghiera.
Fede, perseveranza e coraggio. In questi giorni in cui è necessario pregare, pregare di più, pensiamo se noi preghiamo così: con fede che il Signore può intervenire, con perseveranza e con coraggio. Il Signore non delude: non delude. Ci fa aspettare, prende il suo tempo, ma non delude. Fede, perseveranza e coraggio”.

Il Papa in preghiera – Foto © Vatican News
Marco Grieco: