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Il bisogno di arte, necessità fisica dell’anima

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Questa ormai familiare quarantena, ha creato in ognuno di noi un irrefrenabile bisogno di arte, in tutte le sue espressioni. Ha fatto capire a molti che tutto ciò che fino a pochi giorni fa sembrava un diversivo, un modo di trascorrere semplicemente una giornata o una serata alternativa era ed è realmente una necessità fisica dell’anima.

Un dopocena a teatro o al cinema o in auditorium, ad un concerto Pop o in un Club di Jazz da appagamento, si trasforma in piacere fisico e regala benessere. Ciò di cui il nostro fisico ha bisogno non è solo legato a quei 90 minuti dell’evento, sono propedeutici al nostro star bene anche e soprattutto la scelta dell’artista da ammirare in mostra, o del film da vedere o del concertista da ascoltare, che spesso si condivide con amici o familiari anche a lungo, l’impegno organizzativo per l’acquisto del biglietto e per poi recarsi fisicamente sul luogo dell’esibizione, l’impegno mentale per un abbigliamento consono a quel teatro o locale, l’incontrare conoscenti, ma anche persone viste la prima volta e sapere che sei contornato per un po’ di minuti dall’abbraccio di corpi sconosciuti che hanno il tuo stesso interesse per quella forma d’arte.

Dopo tante immagini provenienti in queste ore da televisione e media di personale sanitario impegnato impeccabilmente negli ospedali oltre ogni previsione per salvare vite umane, mi piace pensare che oggi attori, musicisti, artisti, pittori e scultori siano impegnati in corsi di “pronto intervento dell’anima” e indossata una divisa che faccio fatica a immaginare, siano trasformati in soccorritori, infermieri e medici pronti a curare le nostre anime, i nostri sentimenti, bisognosi di ossigeno generato dall’emozione di uno spettacolo, o da ogni altra forma di arte aggregante.

Per ora molti hanno provato da casa delle “Cure fai da te” in particolare ricorrendo, grazie a basi musicali reperibili in rete, alla canzone, alla canzonetta che come dice Gino Paoli è una forma di arte povera rispetto ad altre, ma che ha un vantaggio: mentre un quadro o una statua o un concerto lo puoi rispettivamente vedere, toccare, ascoltare, la canzonetta…. ovunque tu sia, in qualsiasi momento la puoi fare tua, dare aria alle tue corde vocali, interpretarla come vuoi e comunque un po’ meglio starai.

Paolo Notari: