La Cina si avvia a definire i poteri di veto sulla selezione dei deputati di Hong Kong, parte di una campagna per eliminare il dissenso e garantire un governo “patriottico” nella città dopo le manifestazioni democratiche nel 2019.
La riforma del sistema elettorale di Hong Kong
La riforma del sistema elettorale, all’esame del Congresso nazionale del popolo, potrebbe – scrive Ansa – portare al rinvio di un altro anno, a settembre 2022, il voto di rinnovo della LegCo, il parlamentino di Hong Kong, per consentirne un’efficace attuazione. Lo riferisce il South China Morning Post.
Le misure in cantiere includono un “sistema di controllo delle qualifiche” che promuoverà “una partecipazione politica ordinata“, ha detto il vicepresidente del Comitato permanente del Congresso, Wang Chen, nell’ambito dei lavori della sessione annuale che, apertasi oggi, si chiuderà tra una settimana.
Approccio in due fasi
Wang, nel resoconto dei media cinesi, ha parlato di approccio in due fasi, modulato sullo schema “decisione più emendamento”. Nella prima fase, il Congresso nazionale del popolo, in conformità con le disposizioni della Costituzione cinese, della Basic Law (la mini Carta fondamentale di Hong Kong) e della legge sulla sicurezza nazionale, prende la decisione di migliorare il sistema elettorale dell’ex colonia britannica.
Nella seconda fase, il Comitato permanente del Congresso provvede a modificare gli allegati I e II della Basic Law, ha aggiunto Wang, relativi, rispettivamente, al metodo di selezione del governatore e alla formazione della LegCo e delle sue procedure di voto.
“Dopo che questi emendamenti a livello statale saranno stati completati, la Regione amministrazione speciale di Hong Kong modificherà di conseguenza le leggi locali”, ha concluso Wang. Un altro passo nel verso contrario alla democrazia.