“Vedo il nostro impegno militare in Sahel in piena complementarietà con quello in Libia, nel Corno d’Africa e nel Golfo di Guinea. Si tratta di un’unica area di crisi, con una forte recrudescenza jihadista, le cui conseguenze si riverberano nel Mediterraneo e in Europa”. Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini su “La Repubblica“.
Il Sahel
Il Sahel (dall’arabo: “bordo del deserto“) è una fascia di territorio dell’Africa subsahariana, estesa tra il deserto del Sahara a nord, la savana del Sudan a sud, l’oceano Atlantico a ovest e il Mar Rosso a est, che copre (da ovest a est) gli Stati di Gambia, Senegal, la parte sud della Mauritania, il centro del Mali, Burkina Faso, la parte sud dell’Algeria e del Niger, la parte nord della Nigeria e del Camerun, la parte centrale del Ciad, il sud del Sudan, il nord del Sud Sudan e l’Eritrea.
Guerini: “Presenza militare visibile”
“In questo scenario credo che alla cooperazione vada affiancata una presenza militare visibile ed esplicita per garantire la nostra sicurezza. Esserci significa lavorare per la pace ma soprattutto non lasciare spazi liberi a chi vuole minare quella stabilità”.
“Libia è nostra priorità strategica”
In Libia “anzitutto dobbiamo salutare con soddisfazione la nascita del governo di unità nazionale; l’Italia ha lavorato con intensità perché si potesse realizzare. La Libia è la nostra priorità strategica e come Difesa continueremo a portare avanti la collaborazione tecnico-militare. La Difesa può rappresentare una leva importante per il ritorno del protagonismo italiano in Libia. Siamo all’inizio di un processo che si deve completare”.
La missione navale “Irini”
Lo scorso 17 marzo l’Unione europea ha deciso di rinnovare per altri due anni la missione navale “Irini”, che in greco significa “pace”. Si tratta dell’operazione nel Mediterraneo centrale per sovrintendere l’embargo di armi verso la Libia disposto dalle Nazioni Unite.
“Irini – aggiunge Guerini – è una missione fondamentale per la stabilizzazione dell’area e ritengo che parte della credibilità dell’impegno europeo in Libia passi attraverso l’incisività della sua azione. Per questo bisogna lavorare per potenziarla: deve essere resa pienamente efficace” per esempio “unendo all’embargo sulle armi l’addestramento della Marina e della Guardia costiera libica”.
Ma “per farlo senza ipocrisie, l’Ue deve avere un’agenda realmente comune e condivisa. E questo vale anche per il nostro impegno nel Sahel“, dove oggi “l’Ue può mettere in campo le sue capacità globali”.