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Intesa sul certificato digitale europeo, sarà in vigore dal 1° luglio

Per salvaguardare la privacy i Paesi Ue di destinazione non potranno immagazzinare i dati. Sui test gratuiti la Commissione stanzierà 100 milioni di euro

Consentirà di spostarsi tra i Paesi dell’Unione europea, avrà validità di un anno e farà sì che, a meno che le condizioni lo richiedano per tutelare la salute pubblica, non potranno essere imposte restrizioni, come la quarantena, ai viaggiatori. Cambia nome, non si chiamerà “green pass” ma Eu Covid Certificate il documento sul quale hanno trovato un accordo le istituzioni europee dopo giorni di trattative. Il regolamento del certificato digitale comunitario dovrà passare al voto del Parlamento europeo, prima dell’entrata in vigore stabilita per il primo di luglio.

L’accordo

Uno dei risultati dell’intesa risiede nel fatto che gli Stati membri potranno emettere certificati che saranno poi riconosciuti e accettati negli altri paesi dell’Unione, per le persone che hanno ricevuto un vaccino autorizzato dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema). Il certificato europeo – il cui regolamento sarà in vigore per 12 mesi – non è ritenuto una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e né un documento di viaggio, ma consente comunque di spostarsi da un Paese all’altro dell’Unione.

Ai singoli Stati resterà la possibilità di decidere se accettare anche i certificati delle vaccinazioni effettuate con gli altri farmaci utilizzati in base alle procedure di autorizzazione di emergenza nazionali o dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’utilizzo di emergenza.

A cosa serve

La certificazione, disponibile sia in formato cartaceo che digitale, servirà per attestare se si è ricevuta la vaccinazione contro il Coronavirus, se si è guariti dall’infezione o se si è risultati negativi a un recente tampone. Sul tema della gratuità del test per il Covid, posto dal Parlamento europeo, la Commissione si è impegnata a stanziare almeno 100 milioni di euro nell’ambito dello “Strumento di sostegno di emergenza per l’infezione da SARS-CoV-2”.

I certificati infine saranno verificati per prevenire frodi e falsificazioni, mentre per salvaguardare la privacy, i dati personali contenuti nei pass digitali non potranno essere immagazzinati nei Paesi europei di destinazione.

Limitazioni solo se necessarie

In seguito all’adozione del certificato, i Paesi Ue non potranno più imporre ulteriori restrizioni di viaggio, come quarantena, autoisolamento o tamponi, a meno che tali misure non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica.

Le eventuali misure restrittive dovrebbero essere comunque notificate agli altri Stati membri e alla Commissione almeno 48 ore prima di entrare in vigore.

Libertà di movimento

La commissaria per la Salute Stella Kyriakides ha giudicato l’intesa “un importante passo verso il ripristino della libera circolazione dei cittadini nella massima sicurezza possibile”.

“Abbiamo consegnato questo nuovo strumento a tempo di record per salvaguardare la libertà di movimento per tutti i cittadini”, ha commentato a caldo il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders.

Sulla fumata bianca raggiunta al trilogo Ue (cioè il confronto tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue) pesano però le raccomandazioni del capo dell’Oms in Europa, Hans Kluge, secondo il quale “non è ancora sicuro riprendere i viaggi internazionali“.

 

 

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