Dopo la certificazione per chi ha già fatto una dose di vaccino o è guarito dal Coronavirus, la cosiddetta “carta verde” prevista nel decreto Riaperture del Consiglio dei ministri italiano, per consentire gli spostamenti tra le Regioni, notizie dal fronte europeo. L’Unione è pronta a dar il via, a maggio, alla sperimentazione di certificati digitali comunitari in un gruppo di Paesi, tra cui l’Italia e la Grecia. Il pass, in forma digitale o cartacea, consentirà gli spostamenti all’interno dell’Ue ma anche nei Paesi terzi che accetteranno il sistema per consentire l’ingresso nel loro territorio, previo però un accordo legislativo (è già avvenuto con la Svizzera).
In cosa consiste la “carta verde”
I certificati, sotto forma di codice Qrcode, saranno realizzati con i dati sulle vaccinazioni o i testi che verranno forniti dalle autorità nazionali e per la sicurezza è previsto un un sistema di doppia chiave crittografica, dando modo di leggerli solo alle autorità o alle istituzioni degli Stati membri che riceveranno la chiave di accesso. La Francia integrerà il codice all’app sulla tracciabilità, ma in generale la certificazione potrà comunque essere ricevuta via email o in forma cartacea. I Paesi membri dell’Unione europea sono stati suddivisi in tre gruppi, a seconda della loro velocità nel rilasciare i certificati. La sperimentazione dovrebbe partire dal 10 maggio in Grecia, Spagna, Italia, Malta, Bulgaria, Estonia e Lussemburgo, mentre Cipro è stato inserito nel secondo gruppo. Il certificato dovrebbe funzionare a piena già dal 30 giugno, dopo il voto sull’approvazione da parte gli Stati membri.
In Italia
Il presidente di Assoturismo Vittorio Messina ha commentato così la notizia: “Il passaporto vaccinale deve essere uno strumento snello e unificato a livello europeo che possa finalmente favorire corridoi turistici controllati e sicuri in tempi brevi. Bisogna evitare il rischio di limitare o scoraggiare gli spostamenti anziché favorirli”. In Italia la certificazione “verde”, che serve ad esempio per turismo, ha una durata di sei mesi per chi è stato vaccinato o è guarito dal Covid, altrimenti di 48 ore per chi si sottopone a test antigenico o molecolare che risulti negativo. Nel frattempo, la Provincia autonoma di Bolzano ha avviato l’introduzione di una “green card” locale, finendo nel mirino del Garante per la protezione dei dati personali “che si riserva ogni valutazione in ordine all’adozione di provvedimenti finalizzati ad imporre una limitazione provvisoria o definitiva del trattamento dei dati previsto nel progetto di certificazione verde locale, incluso il divieto di trattamento”.