34esima edizione di Goletta Verde-Legambiente: allarme inquinamento delle acque

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Legambiente, quest’anno, in occasione della 34esima edizione di Goletta Verde, non ha potuto fermarsi coast-to-coast vista la pandemia e così ha coinvolto oltre 300 volontari della ONG in un’azione “citizen scienze”. 361 sono i punti totali campionati in 18 regioni e 28 laghi italiani, dove 1 punto su 3 è risultato essere oltre i limiti di legge lungo le coste, e 1 su 4 nei laghi. Risulta grave la situazione sul versante della costa tirrenica, a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali che, sfociando in mare, portano con sé cariche batteriche a volte molto elevate. Mentre in Campania, Calabria, Sicilia si riscontra una problematicità legata, soprattutto, all’assenza di sistemi depurativi e di allacciamento alla rete fognaria.
L’associazione ambientalista, in partnership con Conou, Novamont, Ricrea e il contributo di Fastweb, asserisce che nel 70% delle zone campionate, dove le autorità competenti hanno vietato di fare il bagno, manca il cartello di divieto di balneazione. Goletta Verde, con le ricerche in mare degli ultimi 3 anni (dal 2017 al 2019), su 1.756 chilometri monitorati ha contato 111 rifiuti per ogni km di mare e almeno 1 rifiuto su 3 era usa e getta di plastica, per lo più imballaggi, buste, cassette di polistirolo e bottiglie. Sulle spiagge italiane almeno il 42% dei rifiuti trovati è in plastica monouso, se ne trovano 3 per ogni metro di sabbia.

La previsione di Legambiente

Nel presentare il bilancio di questa edizione, Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, Serena Carpentieri, vicedirettrice e responsabile campagne di Legambiente, e Andrea Minutolo, responsabile scientifico dell’associazione, hanno dichiarato che risulta necessario: “Completare la rete fognaria e di depurazione delle acque reflue, anticipare prima del luglio 2021 il recepimento della Direttiva europea che vieta e limita alcune plastiche monouso, approvare la Legge Salvamare ferma inspiegabilmente in Commissione Ambiente al Senato, che permetterebbe ai pescatori di riportare a terra i rifiuti accidentalmente pescati nelle reti”. Suggeriscono, inoltre, che il Recovery plan italiano: “dovrà mettere al centro quelle opere che servono davvero al Paese, abbandonando la realizzazione di opere inutili, come l’ennesima autostrada in pianura padana, quelle dannose come il progetto Carbon Capture and Storage di Eni in alto Adriatico o quelle da fantascienza come il tunnel sotto allo stretto di Messina di cui ha parlato in questi giorni il Premier Conte”.

L’indagine di Goletta nei laghi, fiumi, canali e torrenti

Quest’anno 28 sono i bacini lacustri monitorati da Goletta in 11 regioni italiane, superando i così i 19 dello scorso anno. I laghi oggetto di indagine sono stati: in Piemonte, i laghi d’Orta, Viverone, Avigliana e Maggiore, nella sua sponda piemontese; in Lombardia la sua sponda del Maggiore, il Ceresio, il lago di Como, d’Iseo e la sponda occidentale del Garda; in Veneto, l’altra metà del Garda e il lago Santa Croce. Nel centro Italia: in Umbria sono stati campionati il lago Trasimeno e quello di Piediluco, mentre, nel Lazio i laghi di Bolsena, Bracciano, Vico, Canterno, Albano, Fondi, Sabaudia e Fogliano. In Campania sono stati testati i laghi Patria e Matese, in Molise il lago di Occhito, in Puglia il lago di Varano, in Calabria i laghi Arvo e Cecita e in Sicilia i laghi Soprano, Pergusa e Prizzi.
Le analisi microbiologiche hanno rilevato che su 102 prelievi il 28% sono risultati oltre i limiti previsti dalla legge. 53 sono i campioni prelevati in foce e 49 quelli prelevati a lago. Dei campioni giudicati oltre i limiti, l’82% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti. Dei 102 punti oggetto di analisi, 37 sono i laghi definiti balneabili dalle autorità competenti; 8 di questi sono hanno cariche batteriche oltre i limiti di legge (di questi 3 giudicati inquinati e 5 sono fortemente inquinati).

Giulia Ficarola: