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Global Health Summit 2021, il panel di esperti: “Covid sarà endemico”

Gli scienziati, coordinati anche dal presidente dell'Iss Silvio Brusaferrom hanno redatto un decalogo per affrontare le prossime pandemie

Nessun Paese sarà al sicuro fino a quando tutti non lo saranno e, poiché stiamo entrando in un’era delle pandemie, sarà urgente risolvere le crisi sanitarie, le varie tipologie di diseguaglianze e la distruzione dell’ambiente per impedirne diffusione.

Queste sono le esortazioni del panel di 26 scienziati istituito dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e dal capo del governo italiano Mario Draghi in qualità di presidente del G20, per il “Global Health Summit” di oggi, contenuto nel rapporto finale pubblicato sul sito della Commissione Ue.

Rischio nuove ondate

Il rapporto ha cercato di delineare il futuro dell’epidemia attuale, sottolineando la necessità di un accesso globale alle risorse per poterla controllare. “La probabile traiettoria per il Sars-Cov-2 è di diventare endemica con dei focolai stagionali a causa della diminuzione dell’immunità naturale, della copertura globale insufficiente dei vaccini e/o dell’emergere di nuove varianti che non sono controllate dai vaccini attuali. Nuove ondate epidemiche sono possibili soprattutto nei paesi con una bassa copertura vaccinale. Un’equità globale nell’accesso, così come una accettazione diffusa e una somministrazione efficiente, è sia un imperativo morale che un’esigenza critica per il controllo della pandemia”.

Il decalogo

Gli esperti del “Global Health Summit Scientific Expert Panel”, co-presieduto da Peter Piot, consulente di Von der Leyen, e dal presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, hanno elaborato un vero e proprio decalogo sulla base delle evidenze disponibili con le azioni necessarie non solo a mettere fine alla pandemia, ma anche ad assicurare una migliore preparazione in vista delle future minacce pandemiche.

Scrivono gli scienziati: “Abbiamo tracciato una mappa per il futuro identificando le aree prioritarie per una azione immediata: accesso globale equo alle forniture mediche e agli strumenti necessari ad affrontare il Covid-19 e le altre minacce alla salute; ricerca e innovazione; coinvolgimento dei gruppi di ricerca nei paesi a medio e a basso reddito; sorveglianza integrata delle malattie e condivisione dei dati; ascolto delle indicazioni scientifiche; rafforzamento del personale e dei sistemi sanitari; capacità produttive regionali; fiducia pubblica; governance ben coordinata e salute sostenibile”.

L’età della pandemie

Il mondo, sottolinea il panel, sta entrando in una “age of pandemics”. Nel corso del summit è intervenuto Silvio Brusaferro: “Per ridurre il rischio di future pandemie dobbiamo anche affrontare il legame tra crisi sanitarie, povertà, disuguaglianze strutturali e degrado ambientale. La frequenza e la natura delle prossime pandemie dipendono fortemente dalla nostra capacità di adottare stili di vita sostenibili, dall’implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dall’approccio “one health”. Occorre agire ora per porre fine all’epidemia, investimenti di oggi costruiranno le basi per una preparazione e una risposta adeguata domani”.

 

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