Gli esami restano un’incognita. La scuola sempre più in emergenza

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Le misure urgenti contenute nell’ultimo decreto consentono di definire i contorni, peraltro ampiamente anticipati dai media, del piano di azione del ministero dell’Istruzione per la gestione dell’emergenza. Saranno le ordinanze ministeriali attuative del piano stesso a fornire chiare indicazioni operative sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato.

Esami

Il presidente dell’Anp (associazione nazionale dei presidi e dei dirigenti scolastici) Antonello Giannelli commenta: “Ora è urgente sciogliere in modo chiaro il nodo della valutazione finale e degli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo, esplicitando tutte le relative procedure. È un passaggio essenziale per dare certezza e legittimità a quanto le scuole attueranno sia nel caso di un ottimistico rientro in aula entro il 18 maggio, sia nell’ eventualità che ciò non avvenga. È fondamentale che il ministro, nelle relative ordinanze, che l’impegno degli alunni sia adeguatamente valutato e che non vi sia alcuna forma di sanatoria antimeritocratica”.

Prassi operative

Sull’avvio del prossimo anno scolastico Giannelli sottolinea: “La sfida che abbiamo davanti, è la gestione e l’organizzazione del futuro prossimo. Auspico che il ministero faccia conoscere quanto prima il testo delle ordinanze che disciplineranno le operazioni di avvio del nuovo anno scolastico. Occorre decidere in fretta, ma lucidamente, come la scuola italiana affronterà l’anno scolastico 2020/2021 e cosa farà nell’evenienza di una prosecuzione della fase di emergenza. A settembre, potremmo trovarci davanti a situazioni del tutto nuove, scardinanti, e comunque non gestibili attraverso prassi operative consolidate. Il tempo per decidere c’è, sebbene non sia molto, ma una cosa è farlo sul presente e sull’immediato futuro avvalendosi di buon senso e spirito pratico, un’altra è compiere scelte politiche di sostanza che potrebbero condurre a una nuova configurazione della scuola italiana stessa”.
Paola Anderlucci: