Maxi operazione contro la pirateria audiovisiva ed editoriale a Gorizia. Qui la Guardia di finanza ha oscurato decine di siti e domini web e canali Telegram colpendo il 90% degli accessi illegali nel nostro Paese.
58 siti oscurati dalla Guardia di finanza
L’operazione arriva al termine di un’indagine contro i centri di diffusione illegale di contenuti multimediali. Più in generale, si tratta di prodotti editoriali coperti dal diritto d’autore. Su ordine del Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, la Gdf ha oscurato 58 siti web illegali. A questi si aggiungono oltre 250 domini web di 2/o e 3/o livello e 18 canali Telegram che, attraverso oltre 80 milioni di accessi annuali. Con l’operazione hanno colpito oltre i pirati multimediali, anche i centri di diffusione illegale di prodotti editoriali coperti dal diritto d’autore.
I dettagli dell’operazione saranno illustrati stamani nel corso di una conferenza stampa convocata per le 10.30 al Comando provinciale delle Fiamme Gialle.
In corso le indagini
Le indagini, scaturite dagli approfondimenti svolti nei confronti di una persona, celata sotto il nickname di Diabolik, sono partite dal Friuli Venezia Giulia. Si sono estese poi anche in Puglia, in Emilia Romagna e all’estero (Germania, Olanda e Stati Uniti). L’attenzione si è focalizzata sia sul mondo della pirateria audiovisiva ed editoriale, sia sul sistema illegale delle cosiddette IPTV. É stato così possibile individuare e deferire quattro esperti informatici operanti nel web dietro nickname di fantasia (Diabolik, Doc, Spongebob e Webflix).
Modalità innovative di ricerca
“Le attività investigative e repressive si sono svolte con modalità innovative”. Lo– ha fatto sapere all’ANSA il colonnello Antonino Magro, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Gorizia. “Questa modalità hanno colpito la capacità di replicarsi in alias dei siti web pirati quando sono sotto attacco”.
“E’ stata proprio questa capacità di reazione degli esperti informatici delle Fiamme Gialle a permettere all’indagine di “infliggere un colpo ferale a diffusione e domanda – ha aggiunto Magro – cresciute enormemente all’ombra del lockdown da Covid-19, di contenuti multimediali illegali”.