“La comunità globale si trova di fronte” alla minaccia di “una nuova variante altamente trasmissibile di Covid-19, che richiede un’azione urgente”. Si apre così la dichiarazione finale del G7 dei ministri della Salute che ieri pomeriggio si sono incontrati online per “discutere gli sviluppi in merito alle preoccupazioni legate alla variante Omicron” in una riunione d’urgenza convocata dal Regno Unito.
Pericolo Omicron
La convocazione del vertice risponde alla rapida diffusione dei contagi dovuti alla variante Omicron, sigla B.1.1.529. Una variante, classificata come “preoccupante” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sequenziata per la prima volta nei giorni scorsi in Sudafrica, a Pretoria, ma che è già arrivata in Europa: Regno Unito, Italia, Germania, Paesi Bassi e Belgio.
Il comunicato finale del G7 Salute
Dopo avere ribadito l’impegno a portare avanti gli impegni assunti nel precedente G7 della salute, nel summit sulla salute globale e nella Dichiarazione del G20 di Roma, i ministri hanno espresso apprezzamento per “il lavoro esemplare del Sudafrica sia nell’individuare la variante sia nell’allertare gli altri Paesi. C’è stato un forte sostegno alla creazione di una rete internazionale di sorveglianza dei patogeni nel quadro dell’Oms”.
I ministri, si legge ancora nella dichiarazione, hanno inoltre riconosciuto “la rilevanza strategica di garantire l’accesso ai vaccini” e la disponibilità a fornire “assistenza operativa, portare avanti le donazioni, affrontare la disinformazione”, sostenere la ricerca e lo sviluppo.
Nelle prossime settimane i ministri si sono impegnati a continuare a lavorare a stretto contatto con l’Oms e i partner internazionali per condividere informazioni e monitorare Omicron, ed hanno annunciato una nuova riunione a dicembre.
Speranza: “Vaccinare la popolazione dei Paesi più fragili”
“L’identificazione della variante Omicron nell’area meridionale dell’Africa conferma l’urgenza di fare di più per vaccinare la popolazione dei Paesi più fragili”. Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo ieri pomeriggio al G7 dei ministri della Salute.
“Non basta donare dosi – ha proseguito il ministro – dobbiamo supportare concretamente chi non ha servizi sanitari strutturati e capillari come i nostri. Occorre essere certi che i vaccini donati vengano effettivamente somministrati e per farlo nei paesi più fragili, ci sarà bisogno del ruolo di coordinamento di Onu e Oms”.