Alle 12 Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. “Nella memoria dei Santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù, vorrei invitare i giovani a compiere un gesto di tenerezza verso gli anziani, soprattutto i più soli, nelle case, nelle residenze, che da tanti mesi non vedono i loro cari– raccomanda il Pontefice- Cari giovani, ognuno di questi anziani è vostro nonno, non lasciateli soli: con telefonate, videochiamate, e dove possibile nel rispetto delle norme sanitarie andateli a trovare. Loro sono le nostre radici, e un albero staccato dalle radici non dà frutti. Un poeta della mia patria dice che quello che un albero ha di fiorito lo deve a quello che ha di sotterrato”. Poi il il Papa ha chiesto ai presenti un applauso per tutti gli anziani.
Realtà preziose
Afferma Francesco: “Il Vangelo di questa domenica corrisponde agli ultimi versetti del capitolo che Matteo dedica alle parabole del Regno dei cieli. Il brano comprende tre parabole appena abbozzate e brevissime. Quella del tesoro nascosto nel campo, quella della perla preziosa e quella della rete gettata in mare. Mi soffermo sulle prime due nelle quali il Regno dei cieli viene assimilato a due diverse realtà ‘preziose‘. Ossia il tesoro nel campo e la perla di grande valore. La reazione di colui che trova la perla o il tesoro è praticamente uguale. L’uomo e il mercante vendono tutto per acquistare ciò che ormai sta loro più a cuore”.Prosegue il Pontefice: “Con queste due similitudini, Gesù si propone di coinvolgerci nella costruzione del Regno dei cieli, presentandone una caratteristica essenziale. Aderiscono pienamente al Regno coloro che sono disposti a giocarsi tutto. Infatti, sia l’uomo sia il mercante delle due parabole vendono tutto quello che hanno, abbandonando così le loro sicurezze materiali. Da ciò si capisce che la costruzione del Regno esige non solo la grazia di Dio, ma anche la disponibilità attiva dell’uomo. I gesti di quell’uomo e del mercante che vanno in cerca, privandosi dei propri beni, per comprare realtà più preziose, sono gesti decisi e radicali. E, per di più, compiuti con gioia perché entrambi hanno trovato il tesoro. Siamo chiamati ad assumere l’atteggiamento di questi due personaggi evangelici, diventando anche noi cercatori sanamente inquieti del Regno dei cieli”.
La testimonianza di Francesco
Evidenzia Jorge Mario Bergoglio: “Si tratta di abbandonare il fardello pesante delle nostre sicurezze mondane che ci impediscono la ricerca e la costruzione del Regno. La bramosia di possedere, la sete di guadagno e di potere, il pensare solo a noi stessi. Ai nostri giorni, la vita di alcuni può risultare mediocre e spenta, perché probabilmente non sono andati alla ricerca di un vero tesoro si sono accontentati di cose attraenti ma effimere, di bagliori luccicanti ma illusori perché lasciano poi al buio. Il Regno dei cieli è il contrario delle cose superflue che offre il mondo, è il contrario di una vita banale. Esso è un tesoro che rinnova la vita tutti giorni e la dilata verso orizzonti più vasti. Infatti, chi ha trovato questo tesoro ha un cuore creativo e cercatore, che non ripete ma inventa, tracciando e percorrendo strade nuove, che ci portano ad amare Dio, ad amare gli altri, ad amare veramente noi stessi“.
Tutta la gioia del mondo
Spiega il Papa: “Gesù, lui che è il tesoro nascosto e la perla di grande valore, non può che suscitare la gioia, tutta la gioia del mondo: la gioia di scoprire un senso per la propria vita, la gioia di sentirla impegnata nell’avventura della santità. La Vergine Santa ci aiuti a ricercare ogni giorno il tesoro del Regno dei cieli, affinché nelle nostre parole e nei nostri gesti si manifesti l’amore che Dio ci ha donato mediante Gesù”. E conclude: “Saluto di cuore tutti voi, romani e pellegrini di vari Paesi. Saluto in particolare i fedeli di Franca (Brasile), i giovani dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola e quelli della Parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio di Roma. A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.