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Cifa e Confsal: maggior coinvolgimento dei fondi interprofessionali nel programma Gol

La sigla sta per "Garanzia occupabilità lavoratori", il piano è rivolto ai lavoratori svantaggiati. Le parti sociali chiedono anche la fine del prelievo forzoso sullo 0,30% destinato alla formazione continua dei lavoratori

L’avvio imminente del programma GOL annunciato dal Governo Draghi rappresenta una grande opportunità per creare nuova occupazione. Notevoli risorse economiche saranno destinate a finanziare processi di reskilling e upskilling per specifiche
categorie di lavoratori svantaggiati.
Riguardo all’iniziativa, indubbiamente lodevole, sarebbe però auspicabile un maggiore
coinvolgimento dei fondi interprofessionali che, negli anni, hanno dimostrato in modo
indiscutibile di saper gestire le risorse economiche affidate. I fondi si sono distinti per
efficienza ed efficacia, anche in ragione della loro particolare vicinanza al mondo delle
imprese e dei lavoratori.

Inoltre, quali soggetti della rete nazionale delle politiche attive, così
come previsto dal Dlgs 150/2015, meritano un ruolo più attivo nel nostro sistema di politiche attive e nei meccanismi di condizionalità per l’accesso agli ammortizzatori sociali.
Da tempo il fondo interprofessionale Fonarcom promuove la centralità della formazione
continua nei processi di rafforzamento delle competenze, sperimentando, tra l’altro,
strumenti di politica attiva come il voucher Neoassunti e il voucher Forma e ricolloca.

Con il primo sono stati finanziati percorsi formativi per i neoassunti al fine di sostenerne
l’inserimento occupazionale senza creare squilibri nel ciclo produttivo e organizzativo
dell’azienda. Con il secondo sono stati finanziati percorsi formativi della durata minima di 40 ore a supporto di lavoratori destinatari di assegno di ricollocazione o di politiche pubbliche di reinserimento.

Non a caso, e non da oggi, le confederazioni Cifa e Confsal, parti sociali fondatrici di
Fonarcom, chiedono al ministro del Lavoro Andrea Orlando di assegnare ai fondi
interprofessionali un ruolo di maggiore centralità nel sistema di politiche attive. Chiedono, anche, di affidare loro nuove e più consistenti risorse da gestire, con strategie condivise, insieme alle Regioni e, come già fatto presente da altri fondi interprofessionali, tra cui Fondimpresa, di porre fine al prelievo forzoso operato dallo Stato in questi anni.
Se l’intento è vincere la più ardua battaglia che oggi ci si presenta, ridurre la disoccupazione nel Paese, sarebbe senza dubbio dannoso e addirittura controproducente escludere i fondi interprofessionali dal programma GOL.

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