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Femminicidi, parla mons. Guardiola: “Tolleranza zero”

Il Messico si distingue negativamente in tutto il mondo a causa dell'ondata di violenza contro le donne. A dirlo è il segretario generale della Conferenza Episcopale Messicana, mons. Alfonso Miranda Guardiola, al termine di un incontro a porte chiuse avuto con il presidente del Paese, Andrés Manuel López Obrador, dopo i recenti fatti di cronaca che hanno avuto come vittime le donne. Il prelato ha proprio ricordato i casi di Ingrid e Fatima, le due donne di Città del Messico uccise brutalmente: “Siamo ovviamente sgomenti da questi casi di Ingrid, di recente Fatima… siamo sgomenti insieme alla gente del Messico, in particolare qui a Città del Messico c'è un dolore, un grande dolore, forte perché queste donne sono state seriamente delle vittime” ha aggiunto mons. Miranda Guardiola.

Chiesa in prima linea

Negli ultimi giorni, la Chiesa si è mobilitata attivamente contro le manifestazioni di violenza che hanno coinvolto le donne e, laddove non è stata in grado di instillare la pace, ha mostrato la sua vicinanza alle vittime: a Xochimilco, sono state celebrate Messe in in suffragio di Fatima, la bambina di sette anni trovata senza vita. L'omicidio della piccola ha gettato nello sgomento tutto il Messico. In tanti sono scesi in strada chiedendo giustizia. Il prelato ha ricordato l'importanza – e la necessità – di protocolli di sicurezza che garantiscano giustizia in caso di abuso. La linea di mons. Miranda Guardiola investe la stessa Chiesa messicana: una ragione in più perché i vescovi siano obbligati a denunciare i casi di abuso dentro la stessa Chiesa. L'unico modo – secondo il prelato – perché si possa sottoporre il sacerdote reo di molestie a un processo civile e canonico contemporaneamente: “Abbiamo l'obbligo civile di informare l'autorità di avviare i nostri processi e l'autorità dei nostri e di eseguire i processi in modo che non vi sia più ingiustizia nei confronti delle vittime e possiamo anche soddisfare ciò che il Papa e il Dio stesso vuole: che non ci siano bambini maltrattati, tolleranza zero e possibilità di nuove vittime “. 

La piaga del femminicidio

Negli ultimi anni, il Messico è stato attraversato dalla piaga del femminicidio. Secondo i dati presentati dalla Rete per i diritti dei bambini in Messico (Redim), soltanto nella regione costiera di Tamaulipas, si sono registrate decine di vittime negli anni. Tra il 2009 e il 2013 se ne sono attestate 62 vittime, mentre nei quattro anni successivi (2014-2018) 40. Sempre secondo la Redim, l'anno pù violento, maglia nera dei femminicidi, è stato il 2016. Allarma anche l'aumento di minori fra le vittime: nel 2009 ci sono stati 8 casi, 4 nel 2010 ed altrettanti nel 2011. Cifre strazianti, che hanno spinto la società civile a fronteggiare l'emergenza. Anzitutto, 75 organizzazioni della società civile hanno dato luogo alla Rete per i diritti dei bambini in Messico, volta allo sviluppo di programmi di inserimento di bambini e adolescenti messicani in situazioni di vulnerabilità. Come sottolinea il Center for Research, Training and Care for Social Development (Cicades), un'associazione che lotta per i diritti delle donne, è importante che la società civile si attivi con campagne di informazione e prevenzione. Lo confermano ancora una volta i dati: negli ultimi cinque anni, in Messico i femminicidi sono aumentati del 137%.I politici chiedono un inasprimento delle pene e sanzioni più severe, come una pensa della durata di 60 anni piuttosto che i 40/50 finora previsti.

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