Svolta nelle indagini sulla morte di Laura Ziliani, la ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, svanita nel nulla l’otto maggio scorso e il cui cadavere è stato trovato tra la vegetazione nel paese dell’Alta Vallecamonica l’otto agosto.
L’arresto delle figlie e del genero
Questa mattina sono state arrestate dai carabinieri di Brescia due delle tre figlie della donna e il fidanzato della maggiore. Silvia e Paola Zani, 27 e 19 anni, e Mirto Milani, residente quest’ultimo in provincia di Lecco, sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Brescia.
Contestati i reati di omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e di occultamento di cadavere.
Le incongruenze nel racconto
Erano state proprio Silvia e Paola a chiamare il 112 a mezzogiorno dell’8 maggio segnalando la scomparsa della madre, uscita di casa intorno alle 7 per una passeggiata nella frazione di Villa Dalegno. La donna sarebbe dovuta rientrare verso le ore 10, per poi recarsi con loro in discarica a disfarsi di vecchi materassi.
Le indagini, avviate dai militari della Compagnia di Breno, parallelamente alle ricerche, avevano però evidenziato numerose anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati, “inducendo i carabinieri e la Procura a ritenere poco credibile la versione dell’infortunio o del malore in montagna” riferiscono gli inquirenti.
A destare sospetti erano sia l’allarme, dato troppo in fretta dalle due figlie, sia il rinvenimento del telefono cellulare – da cui la donna non era solita separarsi – trovato sotto una panca in cantina.
Ad aggravare il quadro, nella tarda mattinata del 23 maggio, il ritrovamento della scarpa che la donna – a dire delle due figlie – indossava la mattina presto, quando sarebbe uscita di casa per fare la passeggiata. La scarpa, infatti, è stata rinvenuta nel torrente Fumeclo, in un punto incompatibile con la direzione verso monte che secondo il racconto delle figlie aveva seguito Ziliani. Ancora ignoto il movente.