Euro 2020, fate il vostro gioco

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Il pallone non può attendere. Ultima chiamata Londra, dove da martedì si giocano le due semifinali di Euro 2020 con vista sulla finalissima dell’11 luglio sempre a Wembley. Martedì Italia-Spagna, il giorno seguente Inghilterra-Danimarca.

Che fosse un europeo strano, lo si era intuito da tempo, complice il Covid che ha mutato i connotati della rassegna itinerante, costretta suo malgrado a convivere con un virus maligno. Ne hanno fatto le spese gli stadi, ridotti per capienza, esclusi quelli di San Pietroburgo, Bucarest e Budapest dove sono sempre stati riempiti al massimo della capienza, visto il numero di contagi pari allo zero. Ne sanno qualcosa Bilbao e Dublino, dove i Governi non ne hanno voluto sapere di aprire le porte dei loro stadi per arginare un’epidemia ancora forte da quelle parti. Londra invece, che ospita la martedì la fase finale, allarga al 75% della capienza gli spettatori a Wembley. Saranno in 60mila, alla faccia della variante Delta con i contagi che continuano a salire in maniera vertiginosa. La salute prima di tutto, è un puro eufemismo.

L’Europeo itinerante che fece impazzire al momento della presentazione, divenuto sciagura oggi in tempo di pandemia. Tifosi che si mischiano, a volte, come successo in Belgio-Italia dove i tifosi dei diavoli rossi non hanno rispettato misure e distanze, un po’ quello che era successo in Inghilterra-Scozia dove duemila tifosi ospiti tornati a casa hanno scoperto di avere contratto il virus. Un mese in giro per l’Europa come se il nemico fosse stato battuto. E invece è arrivata pure la variante Delta e a Londra aumentano pure la capienza. E che Dio ce la mandi buona.

Quarti di nobiltà

Si va in campo dopo un quarto di nobiltà che ha spedito a casa Belgio, Svizzera, Repubblica Ceca e Ucraina. Chi ha fatto meglio di tutti è stata la formazione elvetica di Pektovic, che ha avuto il solo torto di sbagliare tre rigori di fila contro la Spagna, che l’hanno condannata a tornare a casa. Eppure è cresciuta tantissimo la Svizzera, dopo il girone di Roma. Una serie impressionante di risultati, a cominciare dalla vittoria sulla Francia mundial. Ma stavolta i rigori hanno favorito la Spagna, che martedì avrà come avversario proprio l’Italia di Mancini. Una Spagna approdata a Euro2020 con non poche polemiche, visto che il ct Luis Enrique, non ha convocato neppure un solo calciatore del Real Madrid. Neppure quel Sergio Ramos, bandiera e capitano, per i quale la nazionale è finita con l’ultima convocazione.

Continua a sorprendere la Danimarca che ha ridotto ai minimi termini la Repubblica Ceca. Un colpo d’orgoglio dopo il grave infortunio di Eriksen. Da allora solo vittoria. E non intende fermarsi. Si è fermato invece il Belgio, primo nel ranking Fifa, battuto dall’Italia a Monaco in una partita che gli Azzurri hanno dominato in lungo e largo, magari con qualche sofferenza nel finale, ma meritatamente.

Troppo facile per l’Inghilterra che ha inghiottito sogni e speranze dell’Ucraina di Shevchenko, travolta sotto il cielo di Roma. E adesso la final four.

Il futuro è adesso

Delle due sfide, quella che sulla carta, sembra già scritta, è Inghilterra-Danimarca, con i Leoni che se la giocano in casa davanti a 60mila persone che possono spostare gli equilibri. Eppure la Danimarca non parte battuta. Vuole fare il suo gioco, senza rischiare, ma consapevole di aver già fatto tanto. Giocare senza pensieri, può aiutare, rispetto a chi gioca in casa, chiamato solo a vincere per non parlare di fallimento. Inghilterra agevolata da un tabellone sin troppo facile, senza big da affrontare, quasi un tappeto rosso verso Wembley. L’uragano Kane, Sterling, Walker, Shaw, sono calciatori di grandissimo spessore. Un centravanti cui non devi concedere spazi altrimenti ti condanna alla prima occasione, cosa accaduta contro l’Ucraina. Ma soprattutto quel gioiello di Sterling che sa inventare dal nulla e illuminare con le sue giocate, il cielo sopra Londra.

Italia alla corrida

L’esatto contrario dell’Italia, che agli ottavi ha pescato l’Austria e ai quarti il Belgio e la Spagna in semifinale. Avversari tutti robusti con coefficente di difficoltà nettamente superiore a Ucraina e alla piccola Germania di questi tempi. Fa nulla. Italia-Spagna sarà una grande partita, tra due squadre che sotto certi aspetti si assomigliano. Sembrano squadre di club e non nazionali per come Luis Enrique e Mancini hanno inciso sul gruppo. Organizzazione di gioco, possesso palla e un centrocampo invidiabilissimo, i segreti di una Spagna che però ha nel reparto difensivo qualche lacuna con l’adattato Laporta accanto a Pau Torres. Ecco perché dalle parti di Madrid sono piovute critiche, per la mancanza di un centrale vero quale poteva essere Sergio Ramos.

Di contro un’Italia che abbiamo imparato tutti a conoscere, senza stelle, ma con un collettivo di grandissima qualità, dove a turno vengono esaltate le qualità dei singoli. Per questo, meritava qualcosa di più di una semifinale questa partitissima. Colpa di un calendario beffardo, ma c’è poco da fare: martedì sera a Wembley, una è di troppo.

Massimo Ciccognani: