Oltre 350.000 persone nella regione etiopica del Tigray, dove da almeno sette mesi è in corso un sanguinoso conflitto, sono alla fame, e altre milioni sono comunque a rischio in quella che si profila come la peggiore crisi alimentare in almeno un decennio: l’allarme arriva dalle Nazioni Unite, e in particolare da Mark Lowcock, capo dell’Ocha, l’ufficio per il coordinamento degli affari umanitari Onu, sulla base degli ultimi, allarmanti rapporti.
La regione del Tigray (che una volta aveva lo status di provincia) è quella più a nord tra le nove regioni (kililoč) dell’Etiopia. È popolata principalmente da persone di etnia Tigray e tigrina. Ha una superficie di 50.286 km² e nel 2006 contava 4 334 996 abitanti. “C’è fame in questo momento”, ha detto Lowcock citato da vari media, fra cui il Guardian e la Bbc, aggiungendo che “le cose peggioreranno e anche di molto”.
There is famine in Ethiopia right now. To save lives and stop the situation getting far worse, humanitarian actors need:
➡️far more funding, urgently
➡️unobstructed access to people who need aid
➡️to dramatically scale-up their response https://t.co/CX2aiwpVKe— Mark Lowcock (@UNReliefChief) June 10, 2021
Crisi in “Fase 5”: la fame
Il Programma alimentare mondiale (Pam-Wfp), la Fao e l’Unicef chiedono di intervenire, ma per ora il governo etiope non riconosce questo stato di cose.
Secondo uno studio dell’Onu, il cosiddetto Integrated Phase Classification (Ipc), non approvato dal governo di Addis Abeba, 350.000 persone soffrono uno stato di crisi di “fase 5″, cioè la fame, anche se ancora in forma minoritaria: colpita in modo così grave per ora, dunque, sarebbe solo il 20% della popolazione del Tigray.
Migliaia di vittime negli scontri
“Il numero di persone in condizioni di fame è più elevato che in qualunque altro posto al mondo (…) almeno da quando un quarto di milione di somali perse la vita nel 2011”., ha detto Lowcock, aggiungendo che la maggior parte dei circa 5,5 milioni di tigrini necessita di aiuti alimentari.
Si stima che il conflitto fra l’esercito etiopico, appoggiato da soldati eritrei, e le forze del partito autonomista tigrino Tplf, abbia fatto migliaia di vittime e forzato almeno 1,7 milioni di persone ad abbandonare le loro case.