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Elezioni regionali, chi sono gli impresentabili secondo la commissione antimafia

Nicola Morra, Presidente della commissione Antimafia, ha reso noto che 13 sono i candidati alle Regionali che non risulterebbero candidabili ai sensi della legge Severino o del Codice di autoregolamentazione dei partiti. Rispettivamente 9 in Campania (solo uno ai sensi della legge Severino), 3 in Puglia e uno in Valle d’Aosta (ai sensi della legge Severino).Nel dettaglio tra gli ineleggibili figurano: Carlo Iannace (“De Luca Presidente”), Sabino Basso (“Campania libera- De Luca Presidente”), Aureliano Iovine (“Liberaldemocratici Campania popolare moderati con De Luca”), Michele Langella (“Campania in Europa”), Francesco Plaitano (“Partito Repubblicano Italiano”, Orsola De Stefano (“Lega SalviniCampania”), Maria Grazia Di Scala (“Forza Italia Berlusconi con Caldoro”), Monica Paolino (“Forza Italia Berlusconi con Caldoro”), Francesco Silvestro (“Forza Italia Berlusconi con Caldoro”), Silvana Albani (“Puglia Solidale Verde” per Michele Emiliano Presidente), Vincenzo Gelardi (“Partito del Sud Meridionalisti Progressisti” per Michele Emiliano Presidente), Raffaele Guido (“Fiamma Tricolore” ), Augusto Rollandin (“Pour l’autonomiè”).

Le Parole di Morra

Il Presidente della commissione antimafia ha detto: “Lo Stato è vigile, ma la politica deve fare di più per garantire ai cittadini una degna rappresentanza”. Poi, ha proseguito dicendo:”La nostra funzione di controllo sulle liste riguarda sia la disciplina recata dal decreto legislativo numero 235 del 2012, ovvero la legge Severino, che il codice di  autoregolamentazione cui la stessa normativa deve rinviare”.

Relativamente alla Campania, Morra ha precisato che “all’esito delle verifiche disposte sui quindici candidati segnalati dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, non sono stati presi in considerazione carichi pendenti o sentenze per reati diversi da quelli previsti dal codice di autoregolamentazione o dalla legge Severino”.

Cosa prevede la legge Severino

Anticorruzione, concussione, ineleggibilità, sospensione, decadenza e incandidabilità. Questi sono i temi ad oggetto della legge Severino. La legge prevede che l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) attui le sue competenze per la prevenzione alla corruzione in Italia. Inoltre, chi viene condannato per concussione risulta non idoneo per eventuali cariche nella Pubblica Amministrazione nonché per cariche politiche.

Sono ineleggibili e non candidabili tutti coloro i quali sono stati condannati a più di due anni di reclusione per i reati punibili almeno fino a quattro anni. La legge regola l’incandidabilità per le cariche nel Parlamento italiano, nel Parlamento Europeo e negli enti locali per tutti coloro che hanno condanne legate alla corruzione.

La sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare ha valore retroattivo se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto. Peraltro, è necessaria anche una condanna non definitiva per coloro che sono in carica basta affinché la sospensione possa durare per un massimo di 18 mesi.

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