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Elezioni iraniane: l’economia domina il dibattito politico

Le presidenziali si terranno il prossimo 28 giugno

Il primo dibattito televisivo tra i candidati alle elezioni presidenziali in Iran, che si terranno il prossimo 28 giugno, è stato focalizzato interamente sull’economia nazionale nella cornice delle sanzioni statunitensi.

Il tema

Il tema dell’economia, nel contesto delle sanzioni degli Stati Uniti, ha dominato il primo dibattito televisivo tra i candidati che si sfidano alle elezioni presidenziali in Iran, convocate anticipatamente dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi in un incidente aereo lo scorso 19 maggio, e in programma il 28 giugno.

I candidati

I problemi economici del Paese dovrebbero essere risolti dal governo in cooperazione con il popolo e gli investitori, ha affermato durante il dibattito trasmesso dalla tv di Stato, promettendo di affrontare il problema dell’inflazione e raggiungere una crescita dell’8%, Mohammad-Bagher Ghalibaf, 63 anni, conservatore e attuale presidente del Parlamento. L’obiettivo della crescita dell’8% non può essere raggiunto senza “aprire i confini con altri governi” e mettere da parte le differenze tra i vari partiti, ha detto invece, come riferisce Irna, Masoud Pezeshkian, settantenne e unico politico del campo riformista a cui è stato permesso di competere. Anche Mustafa Purmohamadi, 65 anni, conservatore ed ex ministro dell’Interno e dell’Intelligence, ha sottolineato come una riconciliazione a livello nazionale e la risoluzione delle dispute internazionali siano necessarie per cercare di superare il problema delle sanzioni. Mentre l’ultraconservatore Said Jalili, di 59 anni e membro del Consiglio supremo per la Sicurezza nazionale, ha sostenuto che attrarre investimenti dall’estero non è l’unico modo per avere una crescita economica, che dovrebbe basarsi sulla partecipazione del popolo alla vita sociale. Durante il dibattito, misure per affrontare i problemi economici del Paese sono state promesse anche dagli altri due candidati: Alireza Zakani, 59, attuale sindaco di Teheran e Amir Hossein Ghazizadeh Hashemi, 53 anni, capo ultraconservatore della potente Fondazione dei Martiri.

I sondaggi

Secondo i sondaggi della compagnia Parsine, come riporta Mehr, l’affluenza alle urne supererà il 52% degli aventi diritto, Ghalibaf è in testa con il 29% delle preferenze e dopo di lui il candidato più votato sarebbe Pezeshkian, che otterrebbe il 21% dei voti. Le rilevazioni danno Jalili al terzo posto con il 18% mentre gli altri candidati otterrebbero circa il 4% dei consensi.

Fonte: Ansa

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