Patrick Zaki ha ottenuto la grazia dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. La politica italiana esulta per la fine di questo caso giudiziario che si era trasformato in un’altra fonte di attrito fra Italia ed Egitto dopo l’omicidio di Giulio Regeni. “Domani Patrick sarà in Italia e gli auguro dal profondo del cuore una vita di serenità e di successi”, ha annunciato ieri sera la premier Giorgia Meloni.
Sisi concede la grazia a Zaki, oggi arriva in Italia
Dall’incubo di altri tre anni di carcere al sollievo di sfrecciare sulla via dell’aeroporto del Cairo da cui decollare verso l’Italia e la sua Bologna, che ora lo aspetta per festeggiare: Patrick Zaki ha ottenuto la grazia dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e, in un solo giorno, ha visto il suo destino cambiare radicalmente. Con la politica italiana che per una volta esulta all’unisono per la fine di questo caso giudiziario che si era trasformato in un’altra fonte di attrito fra Italia ed Egitto dopo l’omicidio di Giulio Regeni.
L’intelligence italiana è impegnata a organizzare il suo trasferimento già nelle prossime ore di oggi. Non ci sarebbe infatti più alcun divieto di espatrio per l’attivista che era detenuto presso un commissariato di Nuova Mansura, sulla costa del delta del Nilo.
La svolta – arrivata ieri sera appena il giorno dopo la condanna per diffusione di notizie false pronunciata ieri da una Corte per la sicurezza dello Stato a Mansura – è stata resa possibile dall’atto di clemenza di Sisi annunciato da due componenti del Comitato per la grazia. “Il presidente Abdel Fattah al-Sisi usa i suoi poteri costituzionali ed emette un decreto presidenziale che concede la grazia a un gruppo di persone contro le quali sono state pronunciate sentenze giudiziarie, tra cui Patrick Zaki e Mohamed El-Baqer, in risposta all’appello del Consiglio dei segretari del Dialogo nazionale e delle forze politiche”, ha sintetizzato un componente del Comitato, Mohamad Abdelaziz, annunciando l’atto di clemenza che coinvolge un imprecisato numero di detenuti che di solito vengono scarcerati in coincidenza con festività religiose o laiche, come l’anniversario di domenica prossima della rivoluzione repubblicana del 23 luglio 1952.
Senza ovviamente evocare il sotterraneo lavoro della trattativa Roma-Cairo, il riferimento è a quel dialogo nazionale fra governo del Cairo e parte delle opposizioni cui Sisi punta molto per affrontare la difficile congiuntura socio-economica che attraversa l’Egitto.
La condanna di Patrick martedì aveva innescato tre dimissioni, tra cui due eccellenti, nell’iniziativa preannunciata nella primavera dell’anno scorso e iniziata a maggio. Uno scossone che aveva spinto il coordinatore generale del Dialogo, Diaa Rashwan, a chiedere un intervento di Sisi, arrivato subito perché evidentemente ben preparato da una “lunga e costante trattativa” tra il governo italiano e quello egiziano che ha visto protagonisti, oltre alla premier, anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’Aise, l’agenzia di intelligence che si occupa dell’estero.
“Fin dal nostro primo incontro lo scorso novembre io non ho mai smesso di porre la questione, ho sempre riscontrato da parte sua attenzione e disponibilità”, ha detto Meloni ringraziando il presidente egiziano “per questo gesto molto importante”, oltre che “l’intelligence e i diplomatici, tanto italiani che egiziani, che in questi mesi non hanno mai smesso di lavorare per arrivare alla soluzione auspicata”. L’annuncio della grazia è stato accolto da un lungo applauso dei senatori di palazzo Madama.
“Grazie alla politica estera del governo abbiamo dato un contributo decisivo per liberare questo giovane studente. Risultati concreti attraverso il lavoro ed una credibilità internazionale”, ha twittato il vicepremier Tajani. E’ una notizia che “ci colma di gioia”, ha esultato anche Giovanni Molari, il rettore dell’Università di Bologna di cui Patrick è il laureato sicuramente ora più noto.
La madre: “Zaki esce fra un po’, non nel pomeriggio”
La madre di Patrick Zaki, parlando all’ANSA all’esterno della Direzione di polizia di Nuova Mansura, ha detto di prevedere che il figlio venga rilasciato “fra un po’” e direttamente da questo edificio senza ulteriori passaggi procedurali né a Gamasa né a Mansura. La signora Hala Sobhy non ha voluto precisare meglio, ma ha dato l’impressione di escludere l’informazione che il rilascio avvenga nel pomeriggio. La donna è con George, il padre di Patrick, entrambi in attesa in piedi accanto ad alcune auto.
La madre: “Zaki non è stato in cella ma in una stanza”
Nella Direzione di polizia di Nuova Mansura, Patrick Zaki non è stato rinchiuso in alcuna cella di sicurezza ma ha dormito in una stanza per gli ufficiali: lo ha riferito all’ANSA la madre del ricercatore condannato e appena graziato sottolineando che “non ci sono celle qui”. La donna ha riferito inoltre di aver potuto visitare il figlio “il primo giorno”, quindi l’altro ieri, quello della condanna e poi non più. Avrebbe dovuto vederlo oggi ma, vista la grazia presidenziale, “ormai aspetto che esca”. Un poliziotto le ha rivelato che Patrick sa di essere in “grazia presidenziale”. A Nuova Mansura, come ha constato l’ANSA, sono arrivate anche la sorella Marise, la fidanzata Reny Iskander e l’amica Yousra El Klesly.
Fonte: Ansa