Quando un artista se ne va lascia sempre un gran vuoto”. Le parole del sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, racchiudono quello che è il pensiero di tutti: l'attore Flavio Bucci, volto iconico del cinema italiano fra gli anni 70 e 90, è scomparso nella sua casa di Passoscuro, proprio nel comune del litorale laziale, a 72 anni. Alle sue spalle, un percorso artistico fatto di ruoli che hanno contribuito a rendere immortali alcune delle opere più amate del cinema e della televisione italiana, dal pittore Antonio Ligabue nella famosa miniserie del 1977 ai due preti don Bastiano (Il marchese del Grillo, 1981) e don Manfredi (La piovra, 1984). Torinese di nascita ma di origini meridionali, la grande occasione si presenta nel 1973, quando Elio Petri lo vuole come protagonista ne La proprietà non è più un furto, trampolino di lancio di una carriera che, di lì in poi, lo avrebbe consacrato soprattutto sul piccolo schermo.
La carriera
Il suo Ligabue, al fianco di attori come Pamela Villoresi, Andrea Ferréol e Alessandro Haber, lo porta alla ribalta nazionale, che riconosce in quel volto magro ma carico di espressività uno dei caratteristi più talentuosi. Resterà nella storia del cinema italiano il suo monologo, nei panni di don Bastiano, nel film di Monicelli Il marchese del Grillo (1981), in cui il suo personaggio arringa la folla poco prima di essere decapitato dalla ghigliottina, tracciando uno dei quadri più drammatici e iconici della Roma papalina di inizio Ottocento: “Tutti lo ricordano in alcuni suoi ruoli memorabili in film altrettanto indimenticabili – ha detto ancora il sindaco Montino -. Un grande caratterista, di quelli che hanno fatto grande la cinematografia italiana“. Nel corso di quasi cinquant'anni di carriera, collaborazioni importanti con alcuni dei più famosi registi italiani, dal già citato Monicelli a Marco Tullio Giordana, passando per Dario Argento, Gabriele Salvatores, Duccio Tessari, Luigi Magni, Francesca Archibugi e Paolo Sorrentino. Alla sua grande carriera d'attore, sul grande e piccolo schermo così come in teatro, Bucci affiancò una vita privata difficile, fatta di eccessi, soprattutto alcol e droghe, che ammise in un'intervista al Corriere della Sera nel 2018: “Non mi sento colpevole verso nessuno, non ho rimpianti. La verità è che tutti ti pretendono a loro immagine e somiglianza, però io sono come sono.. La vita è una somma di errori, di gioie e di piaceri, non mi pento di niente, ho amato, ho riso, ho vissuto, vi pare poco?”.