Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è arrivato questa mattina allo Chateau de la Muette, nella sede dell’Ocse a Parigi, per il Consiglio ministeriale presieduto quest’anno dall’Italia. Il segretario generale Mathias Cormann, in apertura, ha ringraziato il presidente del Consiglio. Al centro della giornata di lavori, riassume Ansa: il tema del conflitto in Ucraina, che Cormann ha definito “ingiustificabile”, il rallentamento della crescita e l’inflazione in forte aumento.
Il discorso di Draghi all’Ocse
L’accordo sulla tassazione globale al G20 di Roma è “storico”, ha detto Draghi aprendo la riunione ministeriale dell’Ocse. “Lo sforzo per evitare la crisi alimentare deve iniziare dallo sblocco dei porti e della migliaia di cereali che sono lì.
Lo sforzo di mediazione delle Nazioni unite è un notevole passo in avanti, sfortunatamente è l’unico”, ha detto ancora il premier, a proposito della guerra in Ucraina, sottolineando che il blocco del grano sta facendo “aumentare i prezzi causando una catastrofe a livello mondiale”.
“Il g7 e la Ue hanno mostrato una notevole unità e solidarietà nel sostenere l’Ucraina e nel mettere pressione sulla Russia per riprendere i negoziati – ha aggiunto -. La Ue da sola ha approvato 6 pacchetti di sanzioni che hanno dato un duro colpo agli oligarchi vicini al Cremlino e a settori chiave dell’economia russa”.
La cena all’Eliseo con Macron
Mario Draghi in serata ha partecipato a una “cena di lavoro” all’Eliseo con il presidente francese, Emmanuel Macron, conclusasi poco dopo la mezzanotte. Il presidente francese ha accolto il presidente del Consiglio nel cortile d’onore del palazzo presidenziale, dove i due si sono scambiati un abbraccio e una stretta di mano di fronte ai fotografi.
Nella cena dell’Eliseo, i due leader hanno fatto il punto sui prossimi vertici del G7 e della Nato, in programma a fine mese, e sul Consiglio europeo del 23 e 24 giugno a Bruxelles.
Al centro dei temi affrontati, gli sviluppi della guerra in Ucraina e il sostegno a Kiev, la sicurezza alimentare, il rafforzamento dell’autonomia europea in materia di Difesa e di Energia, nell’ottica di una strategia energetica diversificata e di una minore dipendenza energetica dalla Russia.