Alle 15.30 è iniziata la 3 giorni di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi con i partiti, per cercare di formare un esecutivo di unità nazionale. Oggi è stata la volta delle forze parlamentari più piccole: Azione, +Europa a Maie, Cd, Europeisti-Maie, Misto Camera, Nci, Cambiamo. Domani sarà la volta di Autonomie, LeU, Italia Via, Fratelli d’Italia, Partito democratico e Forza Italia. Sabato gli incontri finali con le delegazioni di Lega e M5S.
Con il passare delle ore sembra allargarsi il fronte politico che potrebbe garantire la nascita del nuovo esecutivo. Emma Binino, Carlo Calenda e gli esponenti delle formazioni minori ricevute oggi hanno praticamente garantito il loro sostegno “senza mettere condizioni alla costruzione del governo”.
E se il Pd e i renziani di Iv hanno dato la loro disponibilità fin dal giorno dell’incarico conferito da Mattarella all’ex presidente della Bce, vanno registrate le più significative aperture che arrivano da Forza Italia e dalla Lega. Lo stesso Berlusconi è uscito allo scoperto manifestando tutto il suo apprezzamento per Draghi. “La scelta del presidente della Repubblica di conferire a Mario Draghi l’incarico di formare il nuovo governo – si legge in una nota del leader di Fi – va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese”.
Non è disposta a firmare un assegno in bianco la Lega che si dice disposta a partecipare ad un nuovo governo purché non sia un Conte 2, ovvero l’appoggio è escluso qualora sarà riproposta l’agenda dell’esecutivo giallo-rosso. “Siamo disponibili a ragionare con tutti per il bene dell’Italia. Certo, Draghi dovrà scegliere tra Grillo e la Lega”, dice ai giornalisti Matteo Salvini, affiancato da Giancarlo Giorgetti . “Se le richieste di Grillo sono la patrimoniale sui risparmi degli italiani, il nostro è l’esatto contrario, il taglio delle tesse per famiglie e imprese – aggiunge – A questo questo Draghi dovrà scegliere se per il futuro dell’Italia sono meglio nuove tasse o meno tasse”. Il centro destra andrà comunque diviso alle consultazioni dal momento che Fratelli d’Italia ha ribadito che non intende entrare in un governo a guida Draghi anche se valuta l’astensione al voto di fiducia per non impedirne la nascita per poi di volta in volta votare solo i provvedimenti che condivide.
Oggi pomeriggio anche l’ex premier Conte ha detto che non farà da ostacolo al tentativo di Draghi ma ha auspicato che si formi “un solido governo politico” perché “le urgenze non possono essere gestite dai tecnici”. Intanto nel Movimento Cinque Stelle si allarga la pattuglia di coloro che vogliano aprire un dialogo con l’economista chiamato dal Quirinale, un strategia divergente con le nette parole di contrarietà espresse da esponenti grillini del calibro di Alessandro Di Battista e Danilo Toninelli. Il Movimento dovrà necessariamente trovare una quadra visto persino la sindaca di Roma Virginia Raggi chiede di sostenere Draghi.
Per il momento la composizione del nuovo governo resta comunque un rebus, ci sono infatti da superare i veti di Leu e di parte del Pd che continuano a ripetere “mai al governo con la destra sovranista”. Sicuramente sarà il programma di governo a fare la differenza; su tasse, investimenti e riforme si vedrà la vera disponibilità dei partiti a metterci la faccia davanti al proprio corpo elettorale.