Dpcm Draghi, conferenza stampa di presentazione: ecco le linee guida

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Il “Dpcm è stato firmato dal presidente del Consiglio pochi minuti fa ed è in vigore dal 6 di marzo al 6 di aprile”. Lo ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Il Dpcm “prova a mantenere un impianto di conservazione delle misure essenziali che sono vigenti. Viene confermato il modello di divisioni del nostro Paese di aree che corrispondono a colori” ha proseguito il ministro. “Noi riteniamo che differenziare i territori sia la strada giusta perché ci permette di dare la risposta più idonea ad ogni segmento” del Paese, spiega.

Pasqua sotto il segno della prudenza

Le misure riportate nel nuovo decreto includono le festività pasquali: non si esclude comunque – come ha riferito il ministro Speranza – di valutare l’andamento della curva epidemiologica di settimana in settimana, in vista di poter allentare le restrizioni.

Anticipo sui tempi e lavoro di massima condivisione

In merito alla pubblicazione del nuovo Decreto così si è espresso il ministro degli Affari regionali, Maria Stella Gelmini:  “I tempi sono fondamentali per non arrecare nuovi disagi ulteriori ai cittadini: la bozza è pronta da venerdì e siamo in grado stasera di completare il dpcm Covid. C’è un cambio nel metodo, perché il dpcm è improntato alla massima condivisione possibile. La risoluzione del Parlamento è la stella polare, poi la condivisione si è estesa alle Regioni, province, comuni. Abbiamo cercato di acquisire il punto di vista degli amministratori: abbiamo accolto alcune proposte come la partenza delle misure restrittive dal lunedì”.

Le linee guida del provvedimento

“Il principio guida del nuovo dpcm, adottato dopo confronto ampio con Parlamento e Regioni, è la tutela della salute come questione fondamentale e faro, linea guida essenziale. Per ricostruire il Paese, per lo sviluppo del Paese, bisogna vincere la pandemia. La curva dà segnali piuttosto robusti di ripresa e risalita e facciamo i conti con alcune varianti temibili del virus come la variante inglese, ma anche variante sudafricana e sudamericana”. Così il ministro Speranza.

La questione “scuola”

Resta decisivo il tema della scuola, che interessa milioni di famiglie. Le misure decise, come hanno riferito i ministri in conferenza, sono legate alla capacità di impatto della variante inglese sulle persone giovani. Se questo non implica una maggiore aggressività del virus, come ribadito dal prof. Locatelli, ne permette comunque una maggiore trasmissibilità.

Ecco perché con il nuovo Dpcm è stato deciso di tenere chiuse le scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse.

I governatori delle regioni potranno valutare queste eccezionali misure anche nelle zone arancioni e gialle, nel caso in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni o nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

Il ministro Gelmini ha assicurato che verrà proposto un potenziamento della didattica a distanza anche con i fondi del Recovery Plan ma anche i congedi parentali verranno implementati. Per questi, in particolare, sono stati stanziati più di 200 milioni di euro, fondi che saranno anche retroattivi fino al mese di gennaio.

Il lavoro di monitoraggio delle varianti

Il Presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, ha sottolineato come la ricerca sulla diffusione delle varianti sia stato fondamentale. Ha colto in conferenza l’occasione per ringraziare i 101 laboratori che sul territorio nazionale hanno compiuto il monitoraggio.

Da quanto riscontrato, si conferma che “la variante inglese oggi ha una prevalenza stimata al 54% (dati al 18 Febbraio). Quanto avevamo previsto in coerenza con gli altri Paesi europei si sta verificando: che la variante inglese sarebbe diventata dominante”.

La soluzione proposta con il Dpcm per il contenimento dell’epidemia è quella di adottare misure più restrittive possibili per questa variante. Limitare le capacità di trasmissione è l’unico modo per mitigare gli effetti.

Come ha riferito Brusaferro, in alcune regioni del centro Italia si riscontra un aumento preoccupante della variante brasiliana. Questa variante deve essere studiata in termini di trasmissibilità (che pare aumentata) e una potenziale capacità di reinfettare chi si è già ammalato.

Come invece ha sottolineato il prof. Franco Locatelli, presidente del Css “Qualsiasi valutazione rispetto alle varianti deve tener conto che il virus con un meccanismo di pressione selettiva tende a mutare e tendono emergere alcune varianti. Ma sul fatto di dire che tale variante possa sfuggire all’effetto dei vaccini andrei straordinariamente cauto“.

“Fa parte della stessa essenza del virus mutare, alcune mutazioni sono più competitive e sono quelle che preoccupano. Da qui l’importanza di avere indagini di sequenziamento”, aggiunge il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro che aggiunge: “le tre mosse per convivere con questo virus sono: il monitoraggio continuo; una capacità sempre più approfondita di sequenziamento; e la terza è il tema della vaccinazione

Importante novità sui vaccini

“Per quanto riguarda i soggetti che sono stati già infettati in passato da Sars-Covid 2 domani verrà diffusa una circolare del dipartimento generale della prevenzione” del ministero della Salute, “per la quale c’è stato un parere sia dell’Aifa sia del Css, in cui per i soggetti già infettati ci sarà una sola dose di vaccino in quanto l’infezione svolge di fatto un ruolo di priming. Questo con la sola eccezione dei soggetti immunodepressi”. E’ quanto ha annunciato il prof. Locatelli in conferenza stampa.

Il ministro Gelmini, durante la conferenza ha annunciato che già venerdì si svolgerà la prima riunione sui vaccini con il Capo della protezione Civile, Curcio e il nuovo Commissario straordinario per l’emergenza, Gen. Figliuolo.

 

Mariangela Musolino: