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Strappo a Downing Street: lascia Cummings, consigliere capo di Johnson

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Le dimissioni erano annunciate ma previste per Natale. Lo strappo fra Boris Johnson, premier britannico, e Dominic Cummings, suo consigliere capo, avviene però prima del previsto. L’addio a Downing Street avrà effetto immediato e, secondo buona parte dello staff Johnson, forse è meglio così. Sono stati mesi difficili quelli intercorsi fra l’estate e le soglie dell’inverno, trascorsi dai Tory a cercare di contrastare l’emergenza sanitaria (come tutti i governi) ma anche tentando di fare ordine all’interno dell’entourage più vicino all’appartamento al Numero 10. Anzi, in riferimento a Cummings, stratega di Johnson e direttore del comitato elettorale che promosse la Brexit, la Bbc parla chiaramente di un “turbamento della squadra”. Decisivo per arrivare alla conclusione che non fosse il caso di aspettare la fine dell’anno.

Cummings, l’architetto della Brexit

Si chiude così il rapporto di lavoro fra il primo ministro inglese e uno dei suoi più influenti e controversi consiglieri, membro di spicco della Destra britannica e non a torto annoverato fra gli artefici del successo di Brexit (alla cui causa riuscì a imprimere un’impressionante forza motrice, soprattutto sui social). Quarantacinque minuti di colloquio con Boris Johnson, poi l’addio a Downing Street come consigliere capo e uomo (finora) di fiducia del premier. Che con Cummings perde forse la più affascinante figura politica del Regno Unito, uomo di caratura all’interno del blocco conservatore ma anche del resto del sistema politico britannico. La sua nome di “architetto della Brexit” è finita addirittura in Tv, nell’ambito di una serie incentrata sul suo lavoro. Brexit: The Uncivil War, nella quale a prestare il volto a Cummings è nientemeno che Benedict Cumberbatch.

La controversia

Nell’ambito del mezzo rimpasto nello staff del premier, Lord Lister (ex vicesindaco all’epoca in cui Johnson era primo cittadino di Londra) diventa capo del personale ad interim. Per quanto riguarda Cummings, resta lo sostanza dello strappo. Lui che, peraltro, nella scorsa primavera era finito al centro di una controversia per aver violato la quarantena, recandosi alla tenuta dei suoi genitori a Durham, a circa 500 chilometri di distanza. In quel caso Johnson fu dalla sua parte e riuscì a fare quadrato attorno a quello che, allora, era il consigliere senior di maggior fiducia. Scenari radicalmente cambiati ad appena 6 mesi di distanza.

Damiano Mattana: