“Anche se la maggior parte dei nostri operatori è impegnata sul fronte del coronavirus l’epidemia non ha fermato i trapianti, e questo grazie a uno sforzo eccezionale di tutto il Servizio sanitario nazionale”. Così Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti, in un comunicato diffuso in occasione della Giornata nazionale della donazione e del trapianto di organi e tessuti, giunta ormai alla sua 23esima edizione. Un appuntamento che arriva in un giorno particolare, come tutti quelli che nell’ultimo mese e mezzo hanno contraddistinto il nostro Paese, impegnato nel contrasto alla pandemia in corso. Ma, non per questo, la macchina delle donazioni e dei trapianti si arresta. E l’impegno richiesto è sempre lo stesso: “In questo momento sono quasi 9 mila le persone che aspettano un organo, ma l’impegno dei medici e degli infermieri non è sufficiente: serve che i cittadini dicano sì alla donazione”.
La campagna
Un appello che il presidente Cardillo rivolge a quanti sono costretti in quarantena, ricordando l’importanza di una riflessione approfondita sulla responsabilità comune: “Questa emergenza – ha spiegato – ci ha insegnato che ognuno con i propri comportamenti è responsabile della salute di tutti: è un principio che da sempre vale per i trapianti. Purtroppo un terzo di chi si esprime sulla donazione si oppone al prelievo degli organi: una percentuale ancora troppo alta. Per questo la Rete trapiantologica ci mette la faccia e chiede a tutti di fare la propria parte per aiutarci a salvare le vite di tanti malati”. Il messaggio da lanciare riguarda ognuno di noi: “Io faccio la mia parte, tu puoi fare la tua. Di’ sì alla donazione”. Ed è stato sostenuto da 150 fra medici, infermieri, psicologi, biologi e operatori del 118, che hanno deciso di ritrarsi con una penna in mano da offrire simbolicamente agli italiani, invitandoli a firmare il tesserino del donatore.
I sostenitori
Fra coloro che hanno scelto di sostenere la campagna, riferisce il comunicato, c’è Michele Colledan, il chirurgo alla guida del centro trapianti dell’Ospedale di Bergamo, autore insieme alla sua equipe di uno straordinario trapianto di polmoni il 19 marzo scorso, proprio nei giorni più drammatici dell’epidemia. O il rianimatore Marco Sacchi, coordinatore delle attività di prelievo degli organi nella terapia intensiva dell’Ospedale Niguarda di Milano, un altro dei fronti più difficili dell’emergenza. C’è anche Maria Capobianchi, a capo del team di ricercatrici dello Spallanzani di Roma che ha isolato il SARS-CoV-2 e consulente del Cnt per le infezioni virali nei trapianti. E c’è Luigi Biancone, direttore del centro trapianti di rene delle Molinette di Torino che in queste settimane ha accettato di trapiantare i reni dei donatori svizzeri che rischiavano di venire sprecati, dopo che Berna a causa dell’epidemia ha decretato la sospensione dell’attività trapiantologica. Insieme a loro, hanno aderito all’iniziativa operatori da ogni parte d’Italia, dal Nord al Sud del Paese. “Io faccio la mia parte, tu puoi fare la tua. Di’ sì alla donazione di organi e tessuti” sarà online da oggi fino a domenica 19 aprile nell’ambito della campagna “Diamo il meglio di noi”, promossa da Ministero della Salute, Centro nazionale trapianti, associazioni di settore e, quest’anno, sostenuta da Rai Responsabilità sociale.