“Serve un’iniezione di concretezza, lo Stato mentre cura il singolo ammalato di Covid-19 le persone deve poi non lasciare morire il resto della società per mancanza di aiuti”. E’ quanto ha dichiarato don Aldo Buonaiuto, fondatore del quotidiano online In Terris e sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII, intervenuto a Storie Italiane, la trasmissione di Rai condotta da Eleonora Daniele, durante la quale si è parlato della tragedia avvenuta a Napoli, dove un imprenditore, Antonio Nogara, si è tolto la vita a causa della crisi economica causata dal coronavirus che ha investito la sua azienda.
Il tema della povertà
Nel corso del suo intervento, don Buonaiuto ha sottolineato come “uno dei grandi problemi che sfugge è quello dei poveri: c’è chi già da prima del coronavirus non aveva di che sopravvivere. Quei poveri diventano ancora più poveri. A loro si aggiungono coloro che non sanno come arrivare alla fine del mese. Non si può sottovalutare questa disperazione – ha rimarcato -. La gente chiede il pane, il necessario per vivere. Lo Stato che si impegna a curare il singolo paziente, non può permettere che ci siano persone che finiscono nelle mani degli strozzini. Tutti devono ricevere il necessario. Serve uno Stato che sia vicino ai suoi figli”.
Un nuovo tipo di “abbraccio”
Parlando della crisi economica che sta investendo il Paese, don Aldo Buonaiuto, ha affermato che “questo non è il momento di litigare o mercanteggiare. E’ necessario che le persone ricevano concretezza, un sostegno economico. Se ciò non avviene, si tratta di un’ingiustizia insopportabile – ha dichiarato -. Gli artigiani, i piccoli imprenditori, non possono essere umiliati davanti ai propri cari e dipendenti. Bisogna reagire seriamente con grande dignità dove i politici non devono fare solo chiacchiere, vogliamo vederli uniti per il bene comune. E’ necessario dare un ‘abbraccio di concretezza’ a tutti coloro che sono in difficoltà, questo è il momento della concretezza tutto il resto non serve“.