L’Aula del Senato conferma la fiducia al Governo sul decreto Ucraina con 214 voti favorevoli, 35 contrari e nessun astenuti. Il provvedimento è approvato in via definitiva.
#CrisiUcraina. Con 214 voti favorevoli, 35 contrari e nessuna astensione, rinnovata fiducia a Governo con approvazione definitiva, in testo Camera, ddl conversione, con modificazioni, d-l n. 14 https://t.co/zTEnwY2d48 #DecretoUcraina pic.twitter.com/nhtKzB1050
— Senato Repubblica (@SenatoStampa) March 31, 2022
Il quibus spese militari
Il governo aveva messo in salvo il decreto Ucraina ieri sera, dopo una accesa querelle sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. Il punto di svolta, scrive Rai News, sono state le parole del ministro della difesa, Lorenzo Guerini, che – pur confermando “l’impegno assunto in sede Nato nel 2014 che prevedeva il raggiungimento del 2% del Pil” – ha specificato il ministro Dem che può essere assunto con “gradualità”, consentendo di “raggiungere la media di spesa dei Paesi dell’Unione Europea aderenti alla Nato e poi, entro il 2028, il raggiungimento dell’obiettivo del 2%”.
Draghi: “Su spese militari Ue superi decisioni nazionali”
Sul tema spesa militare è intervenuto stamattina il premier Mario Draghi. “Occorre superare l’attuale sistema legato alle decisioni nazionali e se siamo seri. Occorre procedere “subito un coordinamento sulla difesa: chi spende, quanto spende. Bisogna chiedere alla Commissione di partire da lì, altrimenti non siamo seri e non ne parliamo più. Non bisogna prenderlo alla leggera”, ha detto il premier stamani incontrando l’Associazione dei giornalisti della stampa estera.