A”Storie italiane”, il programma condotto da Eleonora Daniele, il direttore di Rai 1, Stefano Coletta ha ripercorso i momenti più significativi del Festival di Sanremo. In studio, tra gli ospiti, don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, impegnato in prima linea nell'accoglienza degli ultimi e nell'assistenza alle vittime della tratta.
Bellezza interiore
“Vanno riconosciuti l servizio pubblico due importanti messaggi positivi che sono stati veicolati attraverso il festival di Sanremo: il no alla violenza sulle donne e la valorizzazione dei nostri fratelli diversamente abili- afferma don Buonaiuto-. Da un evento televisivo così prestigioso e seguito è arrivato un segnale fondamentale per dare il giusto rilievo allo spessore dell'universo femminile e alla bellezza interiore delle donne”. Inoltre “sul palco del festival è stata portato con sensibilità e rispetto il tema della disabilità e ciò ha un valore notevole nei confronti della dignità dei nostri fratelli sofferenti“.
No alla conflittualità
Oggi la trasmissione di Rai 1 ha anche affrontato il tema della lite tra i due cantanti, poi esclusi dalla gara, Morgan e Bugo. “Nessuno dei due ha fatto una bella figura in un festival così importante che riunisce le famiglie italiane davanti alla televisione e nel quale l'amicizia è stata posta in grande risalto – osserva don Buonaiuto-. Si poteva evitare la sceneggiata andata in scena sul palco di Sanremo. E ora, da parte di tutti coloro che hanno avuto a che fare con questa vicenda, non si sente una parola per scusarsi con il pubblico”. Aggiunge don Buonaiuto: “Il festival è l'evento principale della musica italiana ed è anche l'occasione per molti artisti giovani di intraprendere il loro percorso. La lite tra Morgan e Bugo ha dato un cattivo esempio alle nuove generazioni e mi auguro che questa edizione di Sanremo non rimarrà impressa nell'opinione pubblica solo per l'idea di litigiosità. Nella nostra società e nel momento che collettivamente stiamo vivendo, di tutto abbiamo bisogno fuorché della conflittualità. Andava evitato uno scontro pubblico clamoroso come quello tra Morgan e Bugo”.