Didattica al 100%, le perplessità della fondazione Gimbe

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Le disposizioni recentemente emanate dal governo prevedono la didattica in presenza al 100% con l’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie, il mantenimento nel cosiddetto distanziamento sociale di almeno un metro e, per quanto riguarda i trasporti scolastici nelle zone bianche e gialle, la capienza massima prevista per i mezzi di trasporto è pari all’ 80% con l’obbligo dell’utilizzo della mascherina.

Le dichiarazioni del presidente della fondazione Gimbe

Riguardo questo tema – nel corso di un evento promosso da Cittadinanzaattiva per la presentazione di un’anteprima del Rapporto di Gimbe riguardante le misure di sicurezza Covid-19 negli istituti scolastici – il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta ha dichiarato che: “l’obiettivo del governo di garantire la scuola in presenza al 100% rischia di essere fortemente disattesa come dimostra il numero di studenti e di classi già in quarantena. È una strategia oh rischiosa puntare esclusivamente sulla vaccinazione senza screening sistematici interventi di sistema su aereazione, ventilazione e gestione trasporti”

I nuovi casi tra la popolazione in età scolastica

In particolare, riguardo alla popolazione in età scolastica, ossia tra gli zero e i 19 anni, nel periodo intercorrente tra il 30 agosto e il 12 settembre si sono registrati 190 persone ospedalizzate, due ricoveri in terapia intensiva e zero decessi su un totale di 17.312 nuovi casi di Covid-19.

Oltre a ciò, nella fascia di popolazione con un’età dai 12 ai 19 anni, secondo i dati pubblicati da Gimbe, il 32,3% non ha ancora ricevuto alcuna dose di vaccini e secondo Cartabellotta “l’ipotesi di abbandono delle mascherine, anche se sono tutti vaccinati in classe, non poggia su alcuna evidenza scientifica. Gli studi evidenziano che le mascherine riducono il rischio di contagio anche se tutti gli studenti sono vaccinati del 50% per bassa immunità, del 35% per la media immunità e del 24% per l’alta immunità. Con la variante invece le percentuali al 70% al 57% e al 41%”.

I test salivari

Infine, considerata la relativa facilità d’uso, i test salivari per la ricerca degli anticorpi del virus Sars-cov 2 rappresentano il futuro ma, secondo il presidente della fondazione Gimbe “i pochi studi compiuti mostrano che la possibilità di scoprire i positivi è tra il 53 e il 73%. Sono necessari altri studi, anche per standardizzare il metodo di raccolta del campione”.

Christian Cabello: